Libri

Un’estate all’insegna del BookCrossing

Roberta Iadevaia

L’estate a Napoli è all’insegna del  BookCrossing: se ami i libri lasciali andare

Guardatevi intorno. Sono impolverati, ingialliti, rattrappiti o magari ancora incartati o aperti e mai finiti: sono i libri che giacciono sugli scaffali, ogni casa ne ha almeno una pila che ci si ripromette di consultare. Puntualmente invano. Forse non tutti sanno che esiste un’alternativa al “regalo riciclato”: è il BookCrossing, ovvero il rilascio gratuito e volontario dei libri per metterli a disposizione di altri lettori, in modo da creare una sorta di gigantesca biblioteca condivisa. Da luglio e per tutto il  periodo estivo, gli interessati residenti a Napoli e dintorni possono recarsi a Piazza Bellini ogni mercoledì e venerdì, dalle 19 alle 24, e consegnare o prelevare i volumi in maniera assolutamente gratuita.

L’iniziativa, promossa da un gruppo di studenti di Sociologia dell’Università di Napoli Federico II, va a potenziare la rete delle BookCrossing Zones ufficiali – o OCZ –  partenopee, ovvero spazi pubblici iscritti sul sito ufficiale www.bookcrossing.com e dedicati espressamente al BC, attivi già da molti anni sul territorio (altre OCZ di Napoli e di tutta Italia sono riportate sul sito: www.bookcrossing-italy.com/ocz/listaocz.php) a conferma del grande interesse riservato dalla città a questa forma di condivisione dei saperi che travalica i confini della proprietà.

Nato nel 2001 da un’idea di Ron Hornbaker e di sua moglie Kaori, oggi il sito ufficiale conta più di 850.000 “bookcorsari”, per la maggior parte statunitensi, che hanno registrato quasi 7 milioni di libri che stanno viaggiando in oltre 130 paesi del mondo.

Diventare bookcorsari è molto semplice: dopo essersi iscritti gratuitamente sul sito si procede con la registrazione del libro che si vuole liberare; in questo modo si riceve un numero identificativo univoco – BCID – che può essere scritto a mano oppure riportato su un’etichetta scaricabile dal dominio. Munito di questa specie di “passaporto”, il volume è pronto per essere lasciato libero di girare il mondo: oltre alle zone ufficiali di scambio, infatti, esistono molte altre pratiche di rilascio, come la consegna a un amico (in questo caso si parla di “rilascio controllato”) oppure la spedizione tramite posta di uno o più volumi agli utenti iscritti a una lista (tali pratiche vengono chiamate “bookrings”, “bookrays” e “bookboxes”). Ma la modalità preferita in assoluto dai bookcrossers è quella di liberare i libri into the wild (su di una panchina o un treno) lasciando che sia il caso a deciderne le sorti. L’aspetto forse più interessante del BookCrossing è la possibilità di seguire il percorso dei libri,  anche se ciò è possibile solo se chi recupera i volumi ne inserisce il BCID sul sito ufficiale, segnalando nei commenti il luogo del “ritrovamento”. In quest’età dove la condivisione è un must e libertà fa rima con tracciabilità, ben vengano allora iniziative all’insegna della cultura gratuitamente condivisa.



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