Arti Performative

Teatro Sotterraneo – BE LEGEND! Hamlet | Jeanne d’Arc Daimon Project

Renata Savo

Nell’ambito di un progetto sul tema della vocazione, il collettivo toscano Teatro Sotterraneo scava nell’infanzia impossibile di personaggi leggendari per scoprire cosa li abbia condotti alle loro tragiche sorti.

E se Amleto avesse avuto un’infanzia, in che modo sarebbe trascorsa? Una paladina visionaria come Giovanna d’Arco che tipo era da bambina? Sono alcune delle domande che hanno ispirato il progetto seriale di Teatro Sotterraneo, BE LEGEND! Daimon Project, sull’identikit di personaggi storici e fittizi divenuti leggenda, tra cui Amleto, appunto, e Giovanna d’Arco, che per due sere hanno abitato a Roma uno degli spazi della Pelanda, quest’anno sede esclusiva dell’ottava edizione di Short Theatre, dedicata al concetto di “Democrazia della felicità”.

Il celeberrimo personaggio teatrale e la più famosa martire della storia francese sono, così, interpretati da due teneri bambini, scelti dal collettivo occasionalmente in ogni città in cui BE LEGEND! va in scena, dopo un training serrato. A ricoprire il ruolo di conduttori, e a presentare al pubblico gli eletti – riservando a entrambi uno spazio autonomo nello spettacolo, così suddiviso in due tempi – due personaggi onniscienti, che con una superficialità e un distacco tipicamente televisivi, tentano di indagare sulle loro vite infantili per capire come e cosa abbia potuto consacrarli al loro destino. Viene, quindi, portata avanti, con i bambini, una sorta di intervista impossibile; un’intervista che si tramuta in azione tragica, perché a furia di indagare, i due intervistatori finiscono per scatenare quelle stesse sorti, svolgendo le funzioni richiamate dal momento o dalla fantasia del personaggio, il quale assiste passivo alla sua morte (Amleto) o viene aiutato a ricreare in scena una delle sue visioni (Giovanna d’Arco), fino ad arrivare prematuramente all’infelice consapevolezza della fine che lo attende.

Amleto questa volta è biondo, occhi azzurri, “alto un metro e… qualcosa”. Un bambino privo di autostima, aggressivo perché incompreso. Tormentato dal dubbio e dall’ossessione per quel verso shakespeariano che gli risuona nella testa: “Essere o non essere”, qualsiasi cosa voglia dire. Colleziona “cose morte” e le trascina dentro una casetta di cartone, il rifugio in cui depone pensieri, letture, disegni; un giovane affetto da una morbosità suscitata, quasi sicuramente, dalla malsana iperprotettività di chi lo circonda, come se chiunque, conscio del suo destino, facesse di tutto per impedire l’inevitabile contribuendo, invece, ad accrescere il suo sospetto e il germe della sua pazzia.

Giovanna, invece, è una bambina dai capelli rossi, occhi “azzurro-marrone…”, immersa nelle sue preghiere e dedita a giocare con le sue visioni quando non impegnata nelle mille attività didattiche che segue quotidianamente su imposizione, forse, della madre, sebbene circa le sue ambizioni non riesca (ancora) a guardare oltre. Anche per lei, bambina cui lasciano impugnare una spada di ferro, il peso della storia che incombe su di lei e della sua passione sarà troppo grande.

Nonostante qualche tempo morto e qualche déjà vu, lo spettacolo convince per la sua semplicità e per l’argutezza del testo, in cui la riscrittura dei personaggi infantili in chiave comica non stride con le conoscenze possedute dallo spettatore. E se anche accadesse qualsiasi imprevisto in scena, dovuto alla giovanissima età dei due interpreti, sarebbe del tutto perdonabile, forse anche divertente.


Dettagli

  • Titolo originale: BE LEGEND! Hamlet / Jeanne d'Arc Daimon Project

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