Arti Performative

Kindle Theatre – The Furies

Renata Savo

Kindle Theatre, trio femminile di Birmingham, è stato a Roma per Short Theatre con un originale concerto-spettacolo vagamente ispirato alla trilogia eschilea.

Furie nere si aggiravano per lo spazio della Pelanda di Roma, sabato, 14 settembre. Camminavano in mezzo al pubblico in piedi, coinvolgendolo, spostandolo, rendendolo partecipe in un intreccio vagamente ispirato all’Agamennone di Eschilo; “vagamente”, perché queste figure mitologiche metà donna e metà uccello prendono possesso, alla fine del secondo capitolo della trilogia, del senno di Oreste figlio di Clitemnestra, dopo l’assassinio di lei, e nulla avrebbero a che vedere con la stessa madre, attorno cui, invece, ruota questo concerto-spettacolo. Per il Kindle Theatre, venuto da Birmingham e composto da tre giovani donne, Emily Ayres, Samantha Fox and Olivia Winteringham, non conta tanto, infatti, rappresentare la nota tragedia eschilea quanto le passioni che la agitano, nella fattispecie, la rabbia e il desiderio di vendetta della donna oltraggiata dal marito per aver donato la figlia Ifigenia ad Artemide, affinché venti favorevoli consentissero agli achei di proseguire il viaggio verso la madrepatria – anche se in questa versione sembra che la rabbia di Clitemnestra sia stata genericamente scatenata più da una naturale gelosia verso Cassandra, schiava di guerra, che dal “sacrificio” in sé.

Rabbia e desiderio di vendetta: sentimenti che dal mondo antico si riverberano indistintamente fino al nostro tempo; ma in che modo vengono comunicate, oggi, queste passioni? Quali sono le nuove forme artistiche, sociali e collettive, dentro le quali la rabbia e il senso di vendetta dispiegano la loro potenza?

Per il trio femminile inglese queste forme sono identificabili con la musica heavy metal e generi affini; così avviene che il mito in The Furies diventi pretesto per mettere in musica sentimenti che non lasciano molto spazio all’azione – un po’ come la funzione dell’aria nel melodramma di cui qui, infatti, non manca il “lamento” – dove il tempo viene arrestato e dilatato per consentire alla voce l’espressione di una forza energica interiore che trascina con sé tutto il corpo, fondendo l’atteggiamento esibizionista della rockstar al senso drammatico dell’azione scenica.

Davvero apprezzabile l’idea di questo lavoro, nonostante le imprecisioni e un po’ di superficialità con cui il mito è stato trattato. Nel complesso, però, l’esperienza è stata unica nel suo genere: il pubblico si è trovato immerso nello spazio sonoro con le voci femminili che provenivano da ogni parte senza che si riuscisse sempre a coglierne la fonte, come se anche lo spettatore venisse a suo modo tormentato, quale altra vittima dell’insania provocata dalle donne.

Atmosfere dark hanno avvolto questo spazio agibile in ogni suo punto, dove a farla da padrone, in fondo, complice il fatto che nessuno tra i presenti possedeva tecnicamente un punto di vista privilegiato sulle molteplici aree dello spazio scenico, è stata una musica originale e di qualità, le cui tinte heavy metal ben si armonizzavano con la profusione di voci chiare e soavi. Il tutto, poi, è stato condito da una buona dose di ironia e una discreta capacità interpretativa.


Dettagli

  • Titolo originale: The Furies

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