Cinema

Il diritto di uccidere

Marina Niceforo

L’ultima interpretazione di Alan Rickman in un film sulla lotta al terrorismo a colpi di droni.

Presentato lo scorso anno al TIFF, Il diritto di uccidere di Gavin Hood trova distribuzione nelle sale italiane poi a pochi mesi dalla scomparsa di Alan Rickman, qui tra i protagonisti, nel suo ultimo ruolo per il cinema. Se la presenza di Rickman è un valore aggiunto, però, sono anche altri i motivi per cui apprezzare questo film che discute l’utilizzo dei droni in guerra.

Nella Nairobi dei giorni nostri, quella degli attentati terroristici ad alto impatto sui civili, le forze militari britanniche guidate dal colonnello Katherine Powell (Helen Mirren) si stringono intorno ad alcuni affiliati al gruppo di Al-Shabaab, tra cui figurano due cittadini britannici ed uno americano. La missione che sta portando alla loro cattura è dunque rischiosa e complessa poiché coinvolge esponenti politici e militari inglesi, americani e del Kenya, ma lo diventa ancora di più quando sul campo arriva una bambina ignara di ciò che sta accadendo nel cielo sopra di lei.

Il regista sudafricano, supportato dalla sceneggiatura di Guy Hibbert, prova a ricostruire le mille variabili e le mille voci in gioco in una operazione che unisce militari, politici, diplomatici e civili di vari paesi. La prospettiva di Il diritto di uccidere è quindi volutamente frammentata tra la fermezza del colonnello Powell, decisa ad usare la forza, la diplomazia del generale Benson (Rickman), e i timori dei due piloti dei droni lanciamissili Steve e Carrie (Aaron Paul e Phoebe Fox). Un equilibrio affatto facile da mantenere, ma che regia e trama riescono a non perdere mai, coinvolgendo lo spettatore nelle spinose questioni morali ed etiche su cui la storia è incentrata.

La tensione che si prova seguendo lo sviluppo della vicenda è la stessa che provano i personaggi nel dover decidere come agire di fronte all’imprevisto causato dalla bambina, sollevando domande importanti sul senso e sulle motivazioni dietro le attuali misure di lotta al terrorismo.

Particolarmente interessanti le immagini aeree, come quelle che simulano la visione strettissima di telecamere minuscole e segrete pilotate da vicino e da lontano; in generale, ottimo l’uso degli schermi come elemento narrativo che lavora in maniera sia diegetica che extradiegetica.

Mirren non sbaglia un colpo anche se non sempre i dialoghi le rendono giustizia, Paul convince per la sensibilità interpretativa in un ruolo a lui sicuramente congeniale, Rickman incanta per un’ultima volta, chiosando il film con una battuta perfetta che riassume l’intento del film tutto.


Dettagli

  • Titolo originale: Eye in the Sky
  • Regia: Gavin Hood
  • Anno di Uscita: 2015
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Haris Zambarloukos
  • Musiche: Paul Hepker, Mark Kilian
  • Costumi: Ruy Filipe
  • Produzione: UK, SudAfrica
  • Cast: Helen Mirren, Aaron Paul, Alan Rickman, Phoebe Fox, Gavin Hood
  • Sceneggiatura: Guy Hibbert

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