Cinema

In Sala. Get on Up – La storia di James Brown

Marina Niceforo

Il padrino del Soul James Brown rivive nel biopic di Tate Taylor, dall’infanzia difficile al successo mondiale costellato di hit memorabili

 

Tra tutti i soprannomi di James Brown, “The Godfather of Soul” (il padrino del Soul) è forse quello che coglie al meglio la personalità di uno dei musicisti più importanti del XX secolo, se la parola “padrino” sta ad indicare l’enorme influenza che James Brown ebbe sulla musica Soul, Gospel, Funk, ed R’n’B. A raccontarne la storia è Tate Taylor (già regista di The Help, 2011) nel suo nuovo film Get on Up, che vede tra i produttori addirittura Mick Jagger.

Il film ripercorre la vita su e giù dal palco del cantante georgiano, dall’infanzia difficile e l’abbandono dei genitori al primo arresto, al successo con i The Famous Flames – grazie all’incontro con Bobby Bird, qui interpretato da Nelsan Ellis, colui che divenne il suo migliore amico e più importante collaboratore – alla carriera solista. Chadwick Boseman (conosciuto in America per il film 42 e per numerose apparizioni in tv) presta volto e corpo al mito del funk, regalando una prova di abilità importantissima resa tale non soltanto dalla impressionante somiglianza fisica con James Brown, ma anche dall’impegno con cui ne riprende ogni espressione e movimento.

Se è vero che Brown fu “il più strenuo lavoratore dello show business”, per citare un altro dei suoi epiteti, la sceneggiatura scritta dai fratelli Jez e John-Henry Butterworth calca la mano proprio su questo aspetto; sebbene non si contino le attività e le iniziative (politiche, sociali, umanitarie) a cui Mr. Brown prese parte durante la sua vita, il film prova comunque a dare un quadro preciso dell’uomo e del professionista: James Brown sapeva sempre cosa voleva, aveva le idee chiarissime sulla sua musica, e lavorava instancabilmente per ottenerlo, senza conoscere stanchezza, indecisioni o battute d’arresto.

In effetti, l’energia vulcanica del musicista dà ritmo a Get on Up, ma proprio l’invasività del lato pubblico su quello privato diventa un punto di debolezza di questo film: per ogni performance sul palco, manca una vera scena domestica; per ogni donna avvicinata da “Mr. Sex Machine”, è appena accennato il rapporto con le tre mogli. Né basta a motivare l’irascibile carattere di Brown il rancore nei confronti della madre, anticipato all’inizio e riproposto alla fine del film in uno dei pochi momenti “bassi” – cioè intimi e profondi – della storia.

L’impianto tradizionale del biopic, insomma, appare tanto odioso quanto necessario, col risultato che, se nella prima parte non sempre si ritrova il legame tra il bambino Junior (il suo secondo nome) e l’uomo James, nella seconda non conosciamo mai veramente la persona James Brown, nascosta dietro maestose capigliature anni ’70 e ’80 e costumi di scena paillettati, schiacciata da un talento musicale sconfinato e da una personalità sempre oltre il limite.


Dettagli

  • Titolo originale: Get on Up - The James Brown Story
  • Regia: Tate Taylor
  • Fotografia: Stephen Goldblatt
  • Musiche: Thomas Newman
  • Cast: Chadwick Boseman, Nelsan Ellis, Dan Aykroyd, Viola Davis, Keith Robinson, Octavia Spencer
  • Sceneggiatura: Jez Butterworth, John-Henry Butterworth

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