Arti Performative

Elvira Frosini – Ciao Bella

Renata Savo

“Neanche quando si è morti”, in quel sonno profondo dei sensi, “si resta mai completamente immobili. C’è sempre il movimento delle molecole che si decompongono”.

 “Neanche quando si è morti”, in quel sonno profondo dei sensi, “si resta mai completamente immobili. C’è sempre il movimento delle molecole che si decompongono”. E in piedi Elvira Frosini enfatizza con visibile oscillazione del corpo la sua apparente immobilità, come per simulare un equilibrio precario del suo gracile corpo. In Ciao Bella, titolo che nasce dall’inversione delle parole della nota canzone e si trasforma nel saluto leggero che gli sconosciuti porgono alle ragazze carine, di “bella” ce n’è una in particolare, quella della fiaba di Perrault e del balletto musicato da Tchaikovsky. Belle addormentate di oggi sono tutte quelle donne un po’ svampite ed egocentriche, “emancipate” nel senso sbagliato, perché scelgono di rinunciare alla vita per vivere il “sonno”. Donne sole che non aspettano principi. E principi che preferirebbero evitare di presentarsi come tali. 

Proprio perché neanche durante la morte si è completamente immobili, la bella presentata da Elvira Frosini non sta mai ferma, viaggia con la mente e danza, in un balletto che non è quello classico, bensì quello di una donna quasi disinibita, sfrontata: Elvira Frosini, infatti, ti osserva mentre è osservata, e si mette in mostra come un corpo in vetrina, perché la donna moderna è libera, forse troppo, e femminista, ma in un senso degenerativo (come quello ritratto in Si l’ammore no, di cui ha curato la regia insieme al marito, Daniele Timpano). La vediamo a un certo punto coricarsi a pancia in giù schiacciando con tutto il proprio peso un cuscino tra l’addome e il vestito, immagine che riflette ovviamente la gravidanza e anche – forse – un aborto, ma Frosini, in quel momento e, in generale, durante l’intera performance, resta continuamente in bilico tra i significati, gioca, sperimenta, si esercita con affettata ingenuità sul modo in cui lo spettatore potrebbe recepire i suoi messaggi. E’ una bella addormentata postmoderna, che ha il pregio di catturare lo sguardo e divertire con la sua sagace ironia, senza mai lasciarsi prendere troppo sul serio.

Numerosi i giochi di parole, dalla canzone citata al contrario nel titolo si finisce a parlare di soap opera, ovviamente, “Beautiful” (“bella”), argomento già dentro Si l’ammore no. Anche altri elementi richiamano lo stesso spettacolo: un vestito bianco con guanti rossi abbinati alle scarpe, un dinosauro al “guinzaglio”, i cliché. Come se partendo dalla relazione uomo-donna approfondita nel lavoro precedente insieme al marito, Elvira Frosini avesse provato a immaginare, con un po’ di sarcasmo, che cosa ne sarebbe stato della donna senza l’uomo. D’altra parte, questa volta la firma è solo la sua.


Dettagli

  • Titolo originale: Ciao Bella

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti