Cinema

Demolition: Amare e vivere

Marina Niceforo

Jake Gyllenhaal compone e scompone amore e distruzione nel nuovo film di Jean Marc Vallée.

Cosa serve per riparare un cuore umano? È questa la domanda alla base di Demolition, il nuovo film di Jean-Marc Vallée dopo il successo di Dallas Buyers Club (2013). Jake Gyllenhaal è l’uomo al centro di questa storia che segue l’elaborazione di un lutto nelle sue più assurde ma pur sempre comprensibili manifestazioni.

Davis Mitchell (Gyllenhaal) ha appena perso sua moglie Julia (Heather Lind) in un incidente stradale; da persona moralmente onesta quale è, non ha paura di dire a se stesso e agli altri che non amava sua moglie, e sembra che gestire la perdita della donna sarà per lui piuttosto facile. Col passare dei giorni, però, Davis inizia a comportarsi in modo del tutto inaspettato, preso da una inspiegabile curiosità di smontare pezzo per pezzo tutto ciò che trova e da una voglia di distruggere gli oggetti della sua quotidianità.

In Demolition, come in Dallas Buyers Club, la prima e più evidente qualità è la presenza di un grande protagonista che catalizza l’attenzione e fa sì che la storia giri intorno alla sua enorme personalità. Proprio questa qualità, che ora come allora caratterizza la filmografia di Vallée, valse il premio Oscar come miglior attore protagonista a Matthew McConaughey, e qui l’interpretazione di Jake Gyllenhaal non è certo da meno. Quello che affascina maggiormente, infatti, è la capacità dell’attore losangelino di scivolare senza sforzo da uno stato d’animo all’altro nei panni di Davis, dal sordo torpore iniziale fino alla deflagrazione finale.

In una ideale continuazione di Donnie Darko, Davis è ancora quel ragazzo problematico che non sa fare i conti con la vita, e che di nuovo prova a farlo da ribelle, da reietto, stringendo amicizia con la madre single Karen Moreno (Naomi Watts, che come sempre trasforma in oro tutto ciò che tocca) e con suo figlio adolescente Chris (l’enfant prodige Judah Lewis), demolendo case e disonorando la memoria della moglie agli occhi del suocero e capo Phil (Chris Cooper). Un ritratto quasi perfetto, se non fosse che il peso di sua moglie sulla sua vita sia così sfuggente, troppo, fino al finale rivelatore.

Vallée lavora per episodici flash, per momentanee illuminazioni, e se da un lato questo fa soffrire la narrazione, dall’altro funziona bene in regia, esprimendo quella simbolica frammentarietà che sposa la nuova mania di Davis di smontare e smembrare gli oggetti. Luci ed ombre, messa a fuoco e uso dei colori compongono immagini ora nette, ora sfocate, ora ferme, ora mosse, per sostenere il protagonista nella ricerca di se stesso. Musica e fotografia fanno il resto.

Cosa serve per riparare un cuore umano? Serve smontarlo come un’automobile per trovare il problema e rimuoverlo, per poi rimontarlo e ristabilire l’ordine delle cose. Un procedimento apparentemente meccanico e indolore, ma dolorosamente vero nel suo farsi percorso concreto di vita.


Dettagli

  • Titolo originale: Demolition
  • Regia: Jean Marc Vallée
  • Anno di Uscita: 2015
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Yves Bélanger
  • Musiche: Susan Jacobs
  • Costumi: Leah Katznelson
  • Produzione: USA
  • Cast: Jake Gyllenhaal, Naomi Watts, Chris Cooper, Judah Lewis, Heather Lind
  • Sceneggiatura: Bryan Sipe

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