Cinema

Noi siamo infinito

Valentina Esposito

L’esordiente Stephen Chbosky riunisce un cast di attori promettenti e trasforma il suo libro epistolare The Perks of Being a Wallflower, in un film dal taglio classico ma di visione originale. 

Punto di forza ben gradito del film è la musica: un ripescaggio di artisti di alta classe come David Bowie, The Smiths e altri iconici artisti degli anni Ottanta. “We can be Heroes, just for one day”, cantava il Duca Bianco ed è il sottotitolo che potremmo dare a questa pellicola. Non a caso la canzone fa da sfondo sonoro alla storia di Charlie (Logan Lerman), che grazie al valore dell’amicizia e dell’amore inizia ad indossare panni differenti da quelli dell’adolescente introverso. Riesce a lasciarsi alle spalle un passato difficile da affrontare, con cui fa i conti ogni giorno e che lo allontana, attraverso un universo fatto di ricordi e di allucinazioni, dal mondo reale. Patrick (Ezra Miller) e Sam (Emma Watson), sono i due ragazzi fuori dal coro dei liceali popolari che vivono di buona musica e pochi amici ma buoni. I due offrono a Charlie un’occasione di riscatto, o meglio un ponte che unisca il suo mondo a quello degli altri suoi coetanei.

Il regista Stephen Chbosky corre un grande rischio: affronta temi come quello del disagio adolescenziale avventurandosi in luoghi cinematografici frequentatissimi come la scuola e le feste, eppure ci presenta una gioventù genuina e vera che vive le sue prime esperienze, quelle classiche della formazione, ma le descrive senza esagerare, senza strafare. Guarda ai giovani non come un gruppo di dispersi senza speranza, il cui senso della vita si riduce alle uscite di gruppo, alle sbronze o allo scoppio improvviso di momenti da (melo)dramma o da confessione: ci parla invece di un gruppo di amici ed individui, le cui storie si incontrano e vengono vicendevolmente accolte senza giudizio ma solo con il sincero e incondizionato desiderio di aspettare insieme che il buio passi. E non sfiora l’utopia, perché nella seconda parte del film c’è un momento di rottura e un procedere di attese, il cui fine, seppur prevedibile, appare allo spettatore come giusto e naturale.

La regia possiamo definirla quasi da “letteratura”, e d’altronde è da lì che arriva il regista, ma è soprattutto nella scelta di ricorrere, senza forzature, ai naturali strumenti del raccontare storie come flashback, simbolismi e attenzione per gli oggetti, senza servirsi di quelle inquadrature alla moda e da videoclip musicale che di recente troppo si sono appropriate del linguaggio del cinema.

La cornice del film rimanda di certo ad un’altra epoca, si parla delle cassette come supporto audio, eppure la freschezza che esprime ci permette di guardare a quella contemporanea sì con malinconia, ma anche con qualche dose di speranza e coraggio.


Dettagli

  • Titolo originale: The Perks of Being a Wallflower
  • Regia: Stephen Chbosky
  • Fotografia: Andrew Dunn
  • Musiche: Michael Brook
  • Cast: Logan Lerman, Emma Watson, Ezra Miller, Mae Whitman, Kate Walsh
  • Sceneggiatura: Stephen Chbosky

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