Cinema Il cine-occhio

X-Men: Dark Phoenix

Stefano Valva

X-Men è la saga dell’universo Marvel che più di tutte ha avuto un cammino tortuoso, contorto e sostanzialmente lunghissimo (con inizio nel 2000), e che con l’ultimo capitolo della tetralogia prequel, ossia Dark Phoenix, è arrivata a ben 12 film – contando anche quelli dedicati singolarmente al Wolverine interpretato da Hugh Jackman.

Dark Phoenix, contraddicendo il nome stesso della saga, è un film sulle donne, anzi su una donna, la famosa Jean Gray, una delle protagoniste di tutta la saga delle pellicole sui mutanti, caratterizzata dallo storico triangolo amoroso con Logan e Scott Summers.

Il film ripercorre la vita di Jean – interpretata da Sophie Turner, una delle star di Game of Thrones – partendo da quando era solo una bambina, quando a causa dell’incoscienza e dell’incontrollabilità dei poteri, causò involontariamente un incidente stradale, dove morì la madre. Il padre allora decise di affidarla al direttore della scuola dei mutanti, il celebre Professor Xavier, per farla crescere in un contesto per lei idoneo.

Eppure, la crescita e la giovinezza di Jean diventeranno alquanto difficili, perché un incidente – durante una missione – con un’oscura energia aliena spaziale modificherà il suo carattere e amplierà ancora di più il suo potere da mutante, creandole un’aspra lotta personale fra il bene e il male, fra il passato e il presente, che la porterà ad un delicato dilemma: essere un’eroina o la più grande minaccia per l’umanità.

X-Woman – così potremmo titolarlo il capitolo scritto e diretto da Simon Kinberg, il quale ha sceneggiato già altri X-Men, e inoltre, anche il primo Sherlock Holmes di Guy Ritchie. La pellicola ruota tutto attorno alla figura delle donne, la bambina Jean che cresce e deve superare i grandi traumi del passato, imparando a controllare il suo potere, e a scoprire la sua natura; fino al villain, anch’essa donna, ossia l’aliena Vuk (Jessica Chastain), la quale durante un percorso di spietata vendetta, vuole utilizzare la nuova forza energica di Jean per distruggere finalmente la terra e ridare auge al suo popolo barbaramente estinto.

Jean e Vuk infatti rappresentano vari stereotipi e archetipi del genere femminile, visti negli anni nelle svariate pellicole cinematografiche –  ultimamente sono stati riportati alla ribalta nel genere dei cine-comics, grazie al personaggio della DC Harley Quinn, interpretata da Margot Robbie – e inquadrate anche nello studio della filosofia del cinema, dalla feminist film theory: la donna manipolatrice, astuta, vendicativa e dark da un lato, e dall’altro quella tenace, la ragazza anarchica, determinata e sofferente, dal cuore immenso.

Dark Phoenix d’altronde non è solo un film sulla storia di una donna-mutante, ma anche sullo storico gruppo del professor Xavier, anche se all’epoca giovanissimi (il film è ambientato negli anni ’90). Un’epoca tra l’altro nella quale i mutanti erano ben accettati dalla società, sia dalle persone come protettori del mondo, sia dal governo come stretti collaboratori contro le minacce dell’universo; un contesto che nelle narrazioni dei mutanti si è visto poche volte, dato che da sempre venivano rifiutati per la sfacciata diversità estetica, cosa peraltro che non mancherà di riaffacciarsi anche in questo ulteriore prequel.

La pellicola ripropone scene action che hanno da sempre caratterizzato la saga, anche se in formato ridotto, dato che è preponderante la condizione e la digressione psicologica di Jean per tutto l’arco della trama, e che appunto, mette in secondo piano sia le scene di gruppo, sia la storia individuale degli altri storici personaggi.

Questo oltre a considerarsi come una rappresentazione ad hoc, come accadde per i capitoli dedicati solo a Wolverine, che parallelamente si inserivano a pieno titolo nella storia ufficiale di tutti gli X-Men, denota anche una stanchezza di fondo della saga, confermata dal fatto che al momento la Marvel, nella imminente fase 4 (presentata poco tempo fa), ancora non ha messo in cantiere e/o ufficializzato un nuovo capitolo sui mutanti.

Stanchezza che ha origini, probabilmente, dal finale di Giorni di un futuro passato, nel quale il reset poteva dare un finale logico e fisiologico alla saga, e che invece Apocalypse e ora Dark Phoenix hanno rimesso in moto, rendendo il piatto fin troppo salato, e nel caso di quest’ultimo prequel, arrivando addirittura a snaturare il classico plot.

Resta comunque – aldilà di ogni aspetto negativo relativo ai tecnicismi, e alle scelte di cambiare il modus operandi di un franchise così famoso e così appassionante, portandolo ad una evitabile saturazione – un lavoro meticoloso e profondo come indagine sull’interiorità dei mutanti, perché Jean è un personaggio esemplificativo sulle difficoltà psicologiche, sentimentali, sociali e fisiche per eroi del genere, di convivere con un potere più o meno strano che sia, ma pur sempre un potere che porta a modificare sostanzialmente il proprio stile di vita e a rinunciare ad altrettante cose, che possono essere sia i rapporti amorosi, sia gli affetti familiari.

E in una ricerca psicanalitica del sé, si scorge il viaggio dell’eroe, che in Dark Phoenix, così come in tante altre pellicole di cine-comics moderne (basti pensare alla tormentata ed estenuante narrazione mnemonica, che racchiude tutta la trilogia del Batman di Christopher Nolan), non è un viaggio caratterizzato da avventure, missioni, lotte e da risoluzione di misteri, ma è appunto, un viaggio nel e dell’inconscio, per attraversare la sfera più sommersa dei ricordi e delle azioni della propria vita, alla ricerca di risposte sul “chi siamo? e/o sul “chi vogliamo essere?”. Due interrogativi che tormenteranno Jean in tutto l’arco del film, e che la porranno come un Doctor Faustus moderno, non alla ricerca spasmodica della conoscenza oggettiva e spirituale, bensì verso la conoscenza del soggetto, dell’Io.

Questo è il tema che più salta all’occhio guardando le scelte e la prospettiva che Kinberg dà al film, creando metaforicamente e sostanzialmente una interessante cornice, intorno ad un quadro dalla futile bellezza artistica. Il cinema deve comunicare, deve avere cose da dire, e Dark Phoenix sembra l’ambasciatore di una saga che oramai ha poco da dire al suo pubblico.


  • Diretto da: Simon Kinberg
  • Prodotto da: Simon Kinberg, Hutch Parker, Lauren Shuler Donner, Todd Hallowell
  • Scritto da: Simon Kinberg
  • Tratto da: "X-Men" di Stan Lee, Jack Kirby, "The Dark Phoenix Saga" di Chris Claremont, John Byrne
  • Protagonisti: James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Nicolas Hoult, Sophie Turner, Tye Sheridan, Alexandra Shipp, Jessica Chastain
  • Musiche di: Hans Zimmer
  • Fotografia di: Mauro Fiore
  • Montato da: Lee Smith
  • Distribuito da: Walt Disney Studios Motion Pictures (globale)
  • Casa di Produzione: 20th Century Fox, Marvel Entertainment, The Donners' Company, TSG Entertainment
  • Data di uscita: 04/06/2019 (TCL Chinese Theatre), 06/06/2019 (Italia), 07/06/2019 (USA)
  • Durata: 114 minuti
  • Paese: Stati Uniti
  • Lingua: Inglese
  • Budget: 200 milioni di dollari

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