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Toulouse-Lautrec. Il mondo fuggevole @ Palazzo Reale – Milano

Maria Ponticelli

Se non fosse diventato un artista, Henri de Toulouse Lautrec sarebbe semplicemente stato il discendente di un’importante famiglia nobiliare nella Francia del diciannovesimo secolo. È pressappoco con queste parole che viene introdotta “Il mondo fuggevole di Toulouse Lautrec”,  la mostra dell’artista interprete della Parigi della Belle Epoque e della società moderna di fine ottocento.

L’esposizione curata da Claudia Zevi e  da Danièle Devynck (direttrice del museo Toulouse Lautrec di Albi), ed allestita negli spazi del Palazzo Reale a Milano, è un viaggio approfondito e dettagliato nella vita e nella poetica di un’artista con cui la vita non sembra essere stata particolarmente generosa. Affetto da una patologia congenita dovuta all’unione in matrimonio dei genitori, cugini di primo grado e, colpito da una serie di infortuni durante l’infanzia che ne compromettono definitivamente la crescita, Toulose Lautrec viene costretto a vivere in un corpo che condizionerà la sua esistenza ma che al tempo stesso costituirà l’inizio della sua lunga carriera di pittore. E’ proprio durante la convalescenza seguita agli incidenti che Lautrec si appassiona alla pittura fino a scegliere di farne una ragione di vita. Lautrec riesce a comunicare un’immagine di se’ dettata dall’irriverenza che egli stesso nutre nei confronti del proprio aspetto fisico e lo fa soprattutto attraverso l’uso della fotografia, innovazione assoluta della sua epoca. La visione di se stesso risulta quindi fortemente contrapposta alla rigidità dell’immagine familiare che emerge dalle foto mostrate nelle prime stanze dell’esposizione; l’artista infatti tenne molto a definire una propria immagine che egli stesso percepiva in termini di deformità, ed amava rappresentarsi in pose ironiche e mis en scene.

Una retrospettiva che parte quindi dalle origini della vita dell’artista per analizzarne il sentire e le condizioni che devono averlo mosso verso la necessità di esprimere il proprio talento creativo. La mostra prosegue con l’analisi delle influenze artistiche che hanno ispirato le opere di Lautrec ed in particolare viene approfondito lo studio delle stampe giapponesi che hanno influenzato anche altri artisti come Van Gogh e gli impressionisti. Il percorso espositivo è in questo capace di spiegare il particolare utilizzo che Lautrec fa dell’influenza giapponese. Egli infatti prende a prestito determinati elementi riconoscibili nell’arte nipponica e li reinterpreta all’interno delle proprie opere che, proseguendo nella visione della mostra, scopriremo travalicare i confini della tela ed in generale dei supporti canonici appartenenti alle arti visive.

La cifra stilistica di Lautrec si definisce infatti non solo nelle particolari peculiarità visionarie dell’artista ma prende forma anche, ed in maniera detereminante, nel preciso contesto storico in cui egli vive. L’arrivo di importanti innovazioni come la fotografia, l’utilizzo della bicicletta e soprattutto dell’automobile, eventi che possiamo collocare nell’avvento della modernità alla fine del diciannovesimo secolo, costituiscono per l’artista francese il mezzo espressivo ma anche il contenuto delle proprie opere. Più di tutti gli altri però è l’affiche, ovvero il manifesto, a costituire il tratto distintivo di Lautrec. Nell’utilizzo che egli fa degli elementi delle stampe giapponesi, quali l’assenza di prospettiva, i colori forti che si stagliano sul fondo, la centralità della figura rappresentata, egli si fa pioniere di una nuova arte della comunicazione quale la pubblicità e premonitore di una dimensione comunicativa che si inserisce a pieno titolo nelle maglie dell’era contemporanea quale la street art. Lautrec infatti viene chiamato a dare una nuova destinazione alla sua arte che per la prima volta esce fuori dagli spazi museali per essere data in pasto ad una nascente distratta società moderna. Così, ben presto, all’artista vengono commissionati manifesti per l’industria della modernità come quelli realizzati per Simpson, l’industriale delle biciclette. Raffigurazione del mondo moderno è ad esempio la rappresentazione di un automobile il cui passaggio sembra lasciare indifferenti gli altri personaggi ritratti, metafora visiva di un atteggiamento talvolta passivo della società dell’epoca al passaggio della modernità. Lautrec fa ben presto suo lo stile comunicativo ed espressivo del manifesto pubblicitario fino a slegarlo dalla sua funzione ultima, egli infatti fa di esso la cornice dei suoi soggetti che a loro volta diventano elementi peculiari delle sue opere. Ci riferiamo ai soggetti protagonisti della belle epoque francese configurabili nelle ballerine delMoulin Rouge, negli artisti dei caffè chantant e più di tutti nelle prostitute delle case di tolleranza. A questi la mostra dedica ampio spazio ed offre al visitatore un continuo confronto con l’arte delle stampe giapponesi, in un dialogo esplicativo delle influenze subite dall’artista. Ciascun personaggio viene quindi presentato nel proprio contesto storico e nella relazione con l’artista, rapporti che il più delle volte superano il confine della relazione soggetto – interprete per diventare relazione umana. A Lautrec infatti viene riconosciuta la capacità di guardare oltre le evidenze dei soggetti che ritrae per arrivare ad una dimensione quasi di astrazione dei contesti rappresentati. Così egli riesce a rappresentare le scene spinte che gli si palesano all’interno dei bassifondi di Montmartre in una visione che rinuncia a qualsiasi tentativo didascalico o di mera documentazione. È la stessa curatrice a definire la capacità di Lautrec nel rappresentare tali contesti in maniera “commovente e sincera (…) senza sotterfugi estetici o cromatici”. Lautrec infatti ritrae soggetti considerati borderline rispetto ai canoni culturali della società borghese all’interno della quale l’artista stesso nasce e consuma tutta la sua esistenza, ciononostante però egli riesce a spogliarli della veste di colpa di cui vengono coperti rinunciando alla miopia delle considerazioni morali.

Tutto ciò fa di Toulouse Lautrec l’ artista innovativo e visionario che è e che viene opportunamente raccontato in questa esposizione che ha attratto un discreto pubblico di visitatori e che rimarrà aperta fino al 17 febbraio 2018.



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