Editoriali "Cinema"

The Quiet Earth

Fausto Vernazzani

Nella terra silenziosa c’è un mondo vivo pronto a farsi abbracciare

Jaccuse! Si potrebbe parlare del cinema iniziando ad elencarne i mali.
Je t’aime! Descrivere ogni singolo fotogramma che ci ha fatto innamorare del grande schermo.
Non c’è più il cinema di una volta! Giocare ai nostalgici, affogarsi nel rimpianto ricordando quei grandi registi del passato che più non sono.

Tutti approcci validi per descrivere qual è il sentimento che si prova per il Cinema, ma questi cliché sono solo un prodotto della nostra immaginazione creato per impressionare chi ci fa la domanda “che cos’è per te?”. L’unica vera definizione valida è: il Cinema è tutto e tutto è il Cinema.

Siamo nel pieno di una rivoluzione, il racconto dei libri di storia del cinema non è mai finito, le correnti artistiche come il Neorealismo non sono sole, c’è vita su quel pianeta che per le “vecchie” novelle di sci-fi sarebbe divenuto un prodotto alieno. La tecnica si è evoluta, il Digitale siederà col Suono e il Colore nella prossima Enciclopedia del Cinema, ed i grandi registi avranno dei nuovi compagni tra i tanti che occupano le sale cinematografiche di tutto il mondo. La verità è che l’unica cosa che si può tener nel cuore quando si parla del Cinema, è la volontà di abbracciarlo: l’abbraccio è largo, è aperto è privo di un sentimento troppo aggressivo e della spinta alla repulsione. L’abbraccio è il giusto modo di rapportarsi al Cinema.

Non c’è disgrazia e non c’è devastazione, la settima arte è globale e non c’è più una differenza abissale tra una produzione e l’altra: Quentin Tarantino indica Sogo Ishii tra le sue figure ispiratrici, Shion Sono ama John Cassavetes e Tomas Alfredson dalla Svezia dirige nel Regno Unito la storia d’uno scrittore inglese. L’ispirazione madre d’ogni arte è presa da ogni contenitore (nazionale), la cui fortuna dipende dal rispetto che ha per se stesso e dalla dignità e rigore scientifico nel registrare le seguenti parole: “it seems I am the only person left on Earth.” Una citazione dal capolavoro di fantascienza La terra silenziosa, un film nelle cui parole qui citate si può vedere l’importanza del capire prima dell’affrontare (ed accusare) i problemi di un’industria.

Siamo in una Galassia in cui tutti i pianeti potrebbero brillare, ma la mancanza di uno non equivale alla fine dell’intero Sistema, florido e potente come poche altre volte è stato nella sua storia. Il Digitale allunga una mano verso i centinaia di giovani filmmaker pronti a sfondare il terreno della propria tomba per risorgere in una terra da cui è difficile emergere. I Festival aumentano, diventano settoriali facendo risaltare tutto ciò che c’è nel Mondo nella speranza che quante più persone è possibile possano vederlo: l’Africa a Cordòba, l’Asia ad Udine, l’Iran a Londra. E’ una società multietnica, è il villaggio globale su uno schermo bianco che può diventare di tutti i colori dell’arcobaleno e dell’Inferno e l’unica cosa che si può fare è abbracciarlo ed aspettare che lui abbracci te di rimando. Perché lo farà.



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