Teatro Minimo – La rivincita
Per raccontare questa storia non serve quasi nulla. Bastano due pannelli colorati posti sul fondo dietro ai quali potersi nascondere e un po’ d’immaginazione.
Per raccontare questa storia non serve quasi nulla. Bastano due pannelli colorati posti sul fondo dietro ai quali potersi nascondere e un po’ d’immaginazione. Nulla d’altronde è quello che hanno i protagonisti del nostro racconto, gente comune, lavoratori della terra, senza terra. Vincenzo è un contadino a cui è stato espropriato il terreno per costruirci i binari di una ferrovia. Vuole avere un bambino da sua moglie Marta ma la gravidanza arriva nel momento sbagliato e loro non possono permettersela. Così sono costretti a rinunciare e a rimandare finché arriva il giorno in cui la maternità diventa per la moglie, e per il loro stesso rapporto, una ragione di vita. Senza quattrini, e diventato anche sterile a causa dei veleni che suo fratello Sabino lasciava sversare nel terreno in cambio di denaro, Vincenzo cade nelle mani sbagliate di un avvocato cialtrone e di due strozzini che operano indisturbati nel retrobottega di un bar. Vincenzo non si arrende. Le parole del fratello gli risuonano nella mente: “Mai ti devi rassegnare, Vince’!” E così Vincenzo non si ferma, vaga da un posto ad un altro con la sua bicicletta senza tregua, senza scoraggiarsi, con dignità e con quel pizzico di coraggio proprio dei miserabili. I veleni non sono però riusciti ad avvelenargli l’anima e Vincenzo trova la forza di perdonare e di ricominciare insieme alla sua famiglia: si riprende la sua terra, la sua casa. La sua rivincita.
Da anni particolarmente attento alle questioni che riguardano la sua Puglia, Michele Santeramo compie ancora una volta il tentativo di restituire il teatro alla sua funzione originaria di luogo d’incontro e di riflessione. La regia invisibile e attenta di Leo Muscato rende possibile tutto questo. Ritmi frenetici, cambi repentini di ambientazione, motivi ricorrenti contribuiscono a far scattare la scintilla dell’ironia e dell’immobilità. Ma la Rivincita di Vincenzo avviene troppo in fretta a tal punto da sembrare abborracciata, un lieto fine da copertina con tanto di brindisi finale. Vincenzo è diventato un imprenditore agricolo, la pace familiare è stata finalmente ristabilita e quel piccolo omaggio ad Eduardo De Filippo che faceva pensare per un attimo ad una sorta di sintonia con il famoso sceneggiato televisivo “Peppino Girella” si perde nel tentativo di regalare al pubblico la speranza del riscatto. Sul palco spiccano Michele Sinisi, anima di Teatro Minimo, e Paola Fresca, che già in passato aveva avuto l’occasione di collaborare con la compagnia nella piéce “Le scarpe”. Visibilmente acerba la prestazione di Simonetta Damato nei panni della giovane moglie di Sabino in preda alle smanie della gelosia e dei gratta e vinci. Un personaggio che avrebbe sicuramente voluto una cura maggiore.
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- Titolo originale: La rivincita