Arti Performative

Teatro delle Albe // Inferno

Pietro Perelli

Proseguono al Teatro Rasi di Ravenna fino al 3 luglio, tranne il lunedì, le repliche di un viaggio attraverso l’Inferno dantesco in compagnia del Teatro delle Albe e settecento cittadini

Decidere di affrontare la Divina Commedia è, forse, una delle prove più difficili alle quali si può sottoporre un artista. Ermanna Montanari e Marco Martinelli non solo lo hanno fatto ma hanno anche portato per mano gli spettatori durante il viaggio mettendosi nei panni di quel poeta che cantò del figliuol d’Anchise che venne di Troia, / poi che ‘l superbo Ilïón fu combusto. Due Virgilio per accompagnare un Dante che si fa molteplice (il pubblico) e diventa, nelle intenzioni degli autori, l’umanità intera o, come lo definì Ezra Pound, l’Everyman, perché il viaggio salvifico compiuto dal Sommo Poeta è teso al rinnovamento della società intera.

Spettatori, in attesa dell’inizio, contemplano il sepolcro del poeta dal quale, con la simbolica apertura delle porte, inizierà il viaggio attraverso l’Inferno che dà il titolo allo spettacolo. Ermanna Montanari e Marco Martinelli arrivano dalla basilica di San Francesco accolti da un applauso scrosciante, salutano gli amici, lei sofferma lo sguardo su un neonato in prima fila che si guarda intorno incuriosito. Un ragazzo in nero suona una conchiglia ed Ermanna inizia a recitare i primi versi seguita da un coro di attori mescolati tra un pubblico pronto a seguirne l’artifizio. Infine, con la recita dell’ultimo verso del canto I, Allor si mosse, e io li tenni dietro, seguiamo le nostre guide che attraverso la selva cittadina ci portano fino al rassicurante incontro con Beatrice, scesa nel limbo per dare a Virgilio il compito di salvare Dante dalle tre fiere e guidarlo attraverso l’Inferno.

Arriviamo così al luogo dell’eterno dolore, un Teatro Rasi smantellato per fare spazio a quella conca che sprofonda verso il centro della terra e che attraverso la natural burella permetterà poi di proseguire il viaggio verso il Purgatorio prima e il Paradiso poi. Sulla facciata le prime quattro parole della terzina che apre il canto III:

Per me si va ne la città dolente,

per me si va ne l’etterno dolore,

per me si va tra la perduta gente.

Ogni spettatore entra preso per mano da Virgilio e la brezza esterna viene sostituita da un’atmosfera angusta, dal caldo e dalle urla di un gruppo di miliziani. Non vi è qua Caronte a traghettare le anime al di là dell’Acheronte ma il comandante di questa milizia (Roberto Magnani) che, con parvenze hitleriane, recita il monologo di Renaud in Venezia salva di Simon Weil. Si entra nel regno di Lucifero, e ci si ritrova in Africa, in Ucraina, in Medio Oriente, ovunque ci sia guerra e ovunque ci sia odio, sulla Terra. Cambiando sala si viene spinti da diavoletti con kalashnikov che fanno sedere ma in modo “scomodo” (dopotutto si è all’Inferno). Entrano coppie di giovani che non si lasciano mai la mano, sono Paolo e Francesca, tormentati da una tempesta avvolgente, contrappasso della passione che li guidò in vita. Anche qui la grande contemporaneità di Dante viene evidenziata dalla lettura di Francesca di Ezra Pound, «un grande poeta – come dice Martinelli in un’intervista rilasciata a Ravennanotizie.it – che non andrebbe strumentalizzato da movimenti politici». Si incrociano gli avari, gli scialacquatori, le Erinni, ma mentre si tenta di raggiungere la città di Dite i settecento, ravennati e non, che hanno risposto alla chiamata pubblica del Teatro delle Albe si interpongono. È un numero impressionante, non sono presenti tutti ogni sera ma emoziona vedere tante persone mettersi in gioco per celebrare il genio di Dante, come nelle sacre rappresentazioni medievali si vedevano coinvolte le maestranze cittadine. Incontriamo poi il maestro, Brunetto Latini per l’Alighieri, Pasolini per noi. Bastano le immagini del famosissimo documentario girato sulla spiaggia vicino a Sabaudia e l’invettiva contro l’appiattimento culturale per rendere vive la solennità e la superiorità morale di colui che per il poeta rappresentava una figura paterna. Passeggiare per questo Inferno connette la Divina Commedia al presente: si incontravano allora ruffiani, simoniaci e usurai, si incontrano oggi i “barattieri”, ovvero coloro che si arricchiscono sfruttando la propria carica pubblica o politica. Nell’antro più profondo della fossa ci sono Ulisse e Diomede (Alessandro Renda), i due personaggi che erano dentro la stessa fiamma a due fuochi, gli autori delle frodi più astute; raccontano dell’ultimo viaggio compiuto oltre le colonne d’Ercole per seguir virtute e canoscenza. Si passa attraverso l’intensa recita di Ermanna Montanari, che fa toccare con mano la sofferenza del conte Ugolino, e si arriva alla fine del viaggio, che si svolge nell’abside della chiesa che fu il Teatro Rasi. Due manichini sorridenti si pugnalano alle spalle. Hanno una faccia che ricorda quella finta delle pubblicità degli anni cinquanta, sorridono e piroettano su se stessi quasi ipnotizzando, ma ci pensa Virgilio a riprendere tutti gli spettatori per mano.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.


Dettagli

  • Titolo originale: Inferno
  • Regia: Marco Martinelli ed Ermanna Montanari
  • Anno di Uscita: 2017
  • Musiche: Luigi Ceccarelli con gli allievi della Scuola di Musica Elettronica e gli allievi della Scuola di Percussione del Conservatorio Statale di Musica Ottorino Respighi-Latina e con la partecipazione degli allievi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Giuseppe Verdi-Ravenna
  • Costumi: Paola Giorgi con Salvatore Averzano e gli allievi di Costume per lo spettacolo dell’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano
  • Produzione: Ravenna Festival & Ravenna Teatro/Teatro delle Albe
  • Cast: Ermanna Montanari, Marco Martinelli, Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Roberto Magnani, Gianni Plazzi, Massimiliano Rassu, Laura Redaelli, Alessandro Renda
  • Sceneggiatura: Marco Martinelli ed Ermanna Montanari
  • Altro: Chiamata pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri. Inferno costituisce la prima parte del progetto La Divina Commedia: 2017-2021 di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, commissionato da Ravenna Festival in coproduzione con Teatro Alighieri, Ravenna Teatro/Teatro delle Albe.


Altro

  • Ideazione e Direzione Artistica : Marco Martinelli ed Ermanna Montanari
  • Spazio Scenico: Edoardo Sanchi con gli allievi del Biennio Specialistico di Scenografia per il teatro dell’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano
  • Regia del Suono: Marco Olivieri
  • Disegno Luci: Francesco Catacchio
  • Direzione Tecnica: Enrico Isola e Fagio
  • Visto il: Domenica, 18 Giugno 2017
  • Visto al: Teatro Rasi, Ravenna

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