Il 25 novembre, nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è andato in scena, in più di venti teatri italiani, "Finché morte non ci separi" di Francesco Olivieri, la storia di due donne uccise dai loro rispettivi compagni.
Uno spettacolo che se da una parte espone il già detto, dall’altra è sicuramente in grado di soddisfare il bisogno attuale di verità, di parlare al presente.
E se ciascuno di noi fosse un Paese? Se i nostri organi fossero lì ad adempiere cariche legislative? La metafora dà vita ad una curiosa rilettura della condizione politica italiana.
La Casa delle Culture a Trastevere riporta in cartellone Oscar W.; l'esteta, l'individualista, l'artista, l'amante, il marito. Figura discussa e mai del tutto svelata dell'epoca vittoriana.
Come sull’orlo di un buco nero, qualcosa – non-immagine, non-vita – chiede di non essere lasciato, di essere trattenuto e custodito nella memoria. Un elogio a "quello che resta” dopo una fine apocalittica
La compagnia Monstera trasforma "Leonce e Lena" in una "fiaba sulla necessità di essere e la convenienza di non essere". Leonce come l'Amleto laforguiano è il personaggio che per non soccombere alla noia della vita di corte si trasforma nel regista artifex della scena.
A vent'anni di distanza, torna per "Le vie dei festival", la storica rassegna vittima quest'anno di pesanti tagli economici, "Nunzio" del duo Scimone-Sframeli con la regia di Carlo Cecchi.
EditorialiArti Performative
Donne in movimento per un teatro presente
È stato un dispiacere immenso apprendere la notizia dell’esclusione di Carla Esperanza Tommasini al ruolo di direttrice artistica di Pergine Festival, che ha svolto per cinque anni in modo virtuoso. Fa ancora più male sapere che la Renata Savo25.11.2022