Musica Nuove Uscite

Marianne Faithfull – Negative Capability

Maria Ponticelli

Negative Capability è l’ultimo disco di Marianne Faithfull, artista protagonista della migliore produzione musicale degli anni 60 e 70. Il suo talento interpretativo le ha consentito di realizzare numerose e fortunate collaborazioni nel corso della sua carriera, tra queste si ricordano quelle con i Rolling Stones ed altre più sporadiche ma non meno significative come con i Metallica, gli Eurithmics, Roger Waters e Anna Calvi (le ultime due per l’album Give my love to London del 2014).

L’artista londinese, da sempre riconosciuta come interprete esuberante ed anticonformista, riesce a sorprendere anche in quest’ultimo lavoro dove il fiilo rosso che lega i tredici brani si rintraccia in una disamina del passato che non asseconda aspettative nostalgiche ma offre piuttosto un’idea di futuro. Certo è che la voce intensa e profonda della Faithfull, a tratti cavernosa, lascerebbe avvertire proprio un mood malinconico che troverebbe peraltro supporto nella collaborazione con Nick Cave nel brano The Gipsy Faerie Queen. Negative Capability, però, altro non è che una lucida presa di coscienza fatta in un momento più meditativo, una stagione della vita che lascia sedimentare il vissuto degli anni precedenti. Non ci sono grosse variazioni di tema in questo album e non v’è al contempo traccia che neghi la possibilità di un ascolto attento e partecipato.

Il suono intenso di un violino in Misunderstanding fa da ingresso all’intero album ed il testo del brano sembra volerne annunciare il contenuto: “Misunderstanding is my name, what I am is not a game…” Si tratta  della summa delle vicende umane dell’artista, un accumulo di contraddizioni, esperienze al limite, deviazioni e riassestamenti “(…) only want to know the truth, make things clear…” In questa  stessa direzione si muove la reinterpretazione più lenta e meditata di As tears go by, storico brano musicale scritto da Mick Jagger e Keith Richards dei Rolling Stones e interpretata dalla stessa Faithfull negli anni sessanta. Un piano ed un corno accompagnano Born to Live, brano che la Faithfull ha dedicato all’amica Anita Pallenberg, la Black Queen in Barbarella e compagna dello stesso Richards degli Stones, scomparsa nel 2016. Altra rivisitazione è quella di  It’s all over now, baby blue, brano di Bob Dylan già interpretato dall’artista Londinese  e infilato qui tra gli altri pezzi come a voler meritatamente raccontare ai posteri di uno storico successo interpretativo, in questa versione la chitarra acustica e l’armonica non ci sono, ma la voce della Faithfull ora più stabile e pregna di esperienza, regala un’atmosfera intima resa ancor più intensa dall’accompagnamento dei violini.

Più decisa, a tratti incazzata, è They come at night pezzo scritto con Mark Lanegan, cantante statunitense leader del gruppo Screaming Trees. Il brano è stato scritto per ricordare la strage dei giovani del Bataclan avvenuta a Parigi nel 2015; Marianne Faithfull deve aver voluto fortemente questo pezzo, lei che da anni ha deciso di trasferirsi a Parigi, dopo aver vissuto la sua vita di ragazza nella swingin London degli anni sessanta e che anche adesso conosce il valore dell’aggregazione che solo la musica può in certi contesti ricreare, vuole inserire in questo album un ricordo di quei ragazzi sorpresi alle spalle in un’insospettata serata di musica e spensieratezza. “They return the Nazis, every seventy years Bombs explode in Paris, the future is here” in questi versi si legge la denuncia e l’amarezza di una triste vicenda dei nostril tempi;  molto bello l’intervento sul finale della chitarra elettrica che da un tono perentorio alle parole dell’artista e ricorda il concerto rock che si teneva all’interno del locale la sera della strage.

Semplicemente sublime The Gipsy Faerie Queen, il brano che vede la partecipazione di Nick Cave, artista che ben si inserisce e contribuisce al mood di un disco in penombra. In questo pezzo la Faithfulll canta se stessa e cerca supporto nel riconoscimento che Cave da alla sua immagine di faerie queen: “I’m known by many different names My good friend (…) I follow the gypsy faerie queen” e ancora “She walks the length and breadth of England Singing her song”. Un vago arrangiamento folk si avverte in Loneliest person anche se I violini accompagnano il pezzo in una dimensione più riflessiva, mentre il piano di No moon in Paris congeda l’ascoltatore rendendolo partecipe della stessa realtà di solitudine che si ascolta in Loneliest person: “There’s no moon, no moon in Paris, and it’s very lonely here tonight”. La presa di coscienza è quindi un processo di autoconsapevolezza, una resa dei conti che la Faithfull fa con se stessa e dalla quale ne esce fortificata e persuasa della sua Particular way: “Love me for who I really am, not an image and not for money”.

Lady Marianne non aveva certo bisogno di render conto o dar conferma del proprio talento, tantomeno di riabilitare la sua immagine artistica dopo un passato di eccessi, ma in quest’album qualcosa vuole pur dircelo e quindi “I know I’m not young and I’m damaged but I’m still pretty, kind and funny”…e tant’è.

 



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