Cinema Festival

Light Of My Life

Gaia Apicella

Presentato ad Alice nella città durante la festa del cinema di Roma, Light of my life di Casey Affleck è un film drammatico con sfumature thriller e survival del 2019, uscito da qualche giorno nelle sale italiane grazie a Notorius Pictures.

Nell’atmosfera disperata di un paesaggio post-pandemico e distopico, a seguito di una pestilenza che ha ucciso quasi tutte le femmine del mondo, un padre e una figlia cercano di sopravvivere nelle città del Midwest americano, nascondendosi nei boschi, lontano dal pericolo degli uomini. Proteggere Rag (Anna Pniowsky), che ha 11 anni, è la preoccupazione principale del suo amorevole papà (Casey Affleck).
Lui mostra alla bambina come sopravvivere mangiando solo i frutti della terra, le insegna l’etica e la storia, esercita la sua memoria e le dà lezioni sulla moralità – cercando di onorare sempre e rafforzare la giovane donna che sta diventando e ricordandole quanto la sua mamma (Elisabeth Moss) la adorasse. Un incontro casuale, però, mina tutte quelle precauzioni che il papà e Rag avevano preso, mettendo a rischio il rifugio che si erano creati in quel mondo pericoloso e ossessivamente squilibrato.

Attraverso il rapporto padre-figlia Casey Affleck ha provato ad unire uno stile più dinamico utilizzato per trattare le tematiche della sopravvivenza e dell’avventura a quello più riflessivo applicato alla genitorialità e all’amore.

Infatti non ci sono scene d’azione e gli elementi caratterizzanti di questo genere non sono presenti, ma vengono sostituiti da elementi più profondi e una chiave di lettura più intima.
Si tratta di un esperimento ben riuscito ed elaborato, e già l’inizio del film è particolare e delicato come sarà tutta la visione: in circa 12 minuti, quasi come se fosse un cortometraggio staccato dal film, attraverso inquadrature fisse vediamo il padre che racconta una storia su due volpi ingegnose alla figlia. Questa storia però riprende i due personaggi e ci serve per conoscerli e scoprire quanto sono importanti l’uno per l’altro.

A chiarire maggiormente la situazione nel corso della narrazione si aggiungono i flashback della mamma di Rag, che appaiono idealizzati perché appartenenti alla memoria del padre e ripresi quindi come ricordi.
Queste scene pur essendo poche riescono a trasmettere molte informazioni importanti per l’evoluzione del film ed emotivamente funzionano bene grazie all’ottima interpretazione di Elisabeth Moss.

Invece per l’ambientazione di Light of my life prevalgono ambienti rurali, paesaggi tranquilli che servono a dare al film un tono atipico sostenuto dalle lunghe riprese e da un ritmo abbastanza lento ma che sa reggere bene la narrazione senza annoiare.
Inoltre ritroviamo nel film una regia lineare e una fotografia non particolare unite ad una colonna sonora evocativa, tutti elementi che servono a rappresentare l’emotività, le difficoltà e la tensione in una società in cui dominano gli uomini e mancano le donne, ma anche la speranza per il futuro.

Nonostante i tanti temi di Light of my life, il centro della narrazione è il viaggio della bambina e del padre perché attraverso questo peregrinare il regista riesce a costruire un vero e proprio racconto di formazione che fa evolvere i nostri personaggi e ci porta con loro, catturandoci.


  • Diretto da: Casey Affleck
  • Prodotto da: Teddy Schwarzman, Casey Affleck, John Powers Middleton
  • Scritto da: Casey Affleck
  • Protagonisti: Casey Affleck, Anna Pniowsky, Tom Bower, Elisabeth Moss
  • Musiche di: Daniel Hart
  • Fotografia di: Adam Arkapaw
  • Montato da: Christopher Tellefsen
  • Distribuito da: Saban Films (USA), Notorious Pictures (Italia)
  • Casa di Produzione: Black Bear Pictures, Company A
  • Data di uscita: 08/02/2019 (Berlinale), 09/08/2019 (USA), 21/11/2019 (Italia)
  • Durata: 119 minuti
  • Paese: Stati Uniti
  • Lingua: Inglese

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