Libri

Vetrina. “L’invenzione della madre”

Mariangela Sapere

Un percorso lento e doloroso, il tentativo di accettare l’inaccettabile, nel romanzo di Marco Peano.

L’invenzione della madre, esordio di Marco Peano per minimum fax, è il racconto dell’addio quotidiano di un figlio a sua madre, nel suo ultimo anno di vita.

Mattia ha 26 anni e, assieme al padre, sta riportando la madre a casa dall’ospedale, per prepararsi al peggio. Dodici mesi circa, questo è il tempo che resta alla donna, fulcro inerte della narrazione. Un tempo che lei passerà vivendo solo l’ombra della vita che aveva prima. La camera da letto al secondo piano della villetta, ormai irraggiungibile, la nuova sistemazione, in una piccola dependance, di là, le cure devote di figlio e marito, che accompagnano il suo deterioramento, con tutto l’amore e con tutte le farse che possono, in un tempo che, «anche se sembra averne tutte le caratteristiche, non sarà infinito».

Niente è come prima, ma anche se deve cambiare pannoloni e svuotare padelle, Mattia vorrebbe privarlo del suo scorrere, quel tempo che resta. Vive quegli ultimi mesi sospeso in un limbo che lo preserva dalle decisioni da prendere sulla sua vita. E così, mentre tenta di fissare nella mente ogni momento, ogni occasione unica e ultima con sua madre, mentre tutti gli attimi del presente, passano direttamente al serbatoio della memoria, cristallizza la propria esistenza, incapace di risolversi in un adulto, di districarsi dall’abbraccio materno.

E poi il momento arriva, l’indicativo smette di appartenere a sua madre, e da lì in poi la sensazione sarà quella di una mancanza/presenza come quella di un arto fantasma. E la sua vita sarà irrimediabilmente attraversata da una spaccatura, ai lati opposti della faglia, il prima e il dopo.

Marco Peano, classe 1979, ha fatto confluire in questo suo primo romanzo la propria esperienza, rielaborandola in uno scritto che affronta un tema universale, personale, comune, unico, combinando frammenti del passato, spiegazioni fuori campo e quotidianità. Il protagonista si fa portatore dell’esclusività di un dolore, e dell’essere il centro di quel dolore, che ha a sua volta un altro centro, un’altra protagonista. L’invenzione della madre è un susseguirsi di pagine pregne di verità, tenerezza, dolore da condividere, per quanto quei piccoli gesti, quei tentativi di aggrapparsi a un qualcosa che scivola sotto le unghie siano vani, inutili, disperati. Il lettore accompagna Mattia nella sua lenta marcia funebre, costellata da rituali laici, e da tentativi di recupero del passato, che hanno a che fare solo con l’amore totale di un figlio verso qualcosa di cui non ha conosciuto l’inizio, e di cui, quindi, non può accettare la fine.

 


  • Genere: Romanzo

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