Cinema

La città ideale

Valentina Esposito

L’esordio alla regia di Luigi Lo Cascio si tinge di verde con la ricerca per l’ecologico e la città perfetta tra le mura e i palazzi di Siena.

L’esordio di Luigi Lo Cascio con La città ideale si conquista un posto speciale tra le scoperte più interessanti di questa stagione cinematografica, portando un’aria di freschezza al cinema italiano: spazia con attento equilibrio tra linguaggio cinematografico e teatrale, ottenendo un risultato dall’originalità inaspettata.

Michele Grassadonia (Luigi Lo Cascio) è un fanatico dell’ecologismo: vive in un appartamento “minimalista” dalle pareti bianche e uno scarno arredamento, dove acqua e luce sono consumate solo in casi di sopravvivenza e necessità. La sua creatività di architetto l’ha spinto persino a creare invenzioni per il risparmio energetico, un’intraprendenza che condivide con altri cittadini per trasformare Siena nella capitale ecologica per eccellenza. E’ un mondo di manie e vizi quello di Michele, che subirà qualche turbamento quando il soccorso ad uno degli uomini più importanti della città lo vedrà coinvolto come sospettato.

L’esperienza teatrale di Luigi Lo Cascio si riversa nella sua opera prima più che mai nella sceneggiatura (che lo vede tra gli autori insieme a Virginia Borgi, Massimo Gaudioso e Desideria Rayner), e nella sua interpretazione. E’ impeccabile la tinteggiatura del protagonista dai movimenti al modo di esprimersi, ma se si fosse lavorato solo su questi aspetti ci saremmo fermati ad assistere ad una pièce teatrale: il cinema allora va oltre, e ci permette di penetrare nella mente di Grassadonia appropriandoci dei suoi occhi e del lento sentirsi sempre più scomodo nella sua “città ideale”, che si trasforma in un mondo surreale dalle sfumature e dai risvolti kafkiani. Dal teatro Lo Cascio ruba l’acutezza dei dialoghi e i giochi di buio e luce, dal cinema le visioni onirico-simboliche e la possibilità di scrutare sempre più da vicino spazi, luoghi, dettagli e persone.

Il labirinto e l’incomprensibilità della burocrazia, il linguaggio forbito e già preparato di avvocati calcolatori, e l’incomunicabilità tra il proprio essere e il sistema esterno sono i temi ricorrenti, e più Michele si sente impotente dinanzi ad essi, più le inquadrature e le situazioni fanno dell’assurdo un proprio linguaggio. Quello che colpisce è lo spaziare con equilibrio, e in sintonia con le musiche di Andrea Rocca, tra il noir e il dramma, stemperato da situazioni comiche che non forzano la risata ma la suscitano in modo naturale, senza ricorrere a luoghi comuni o tessiture retoriche.

Lo Cascio firma con successo la sua regia, e riesce a tenere sempre alta l’attenzione del suo spettatore: si può dire che non se ne dimentica mai intrattenendo un dialogo complice e costante, ma anche la sottile e amara consapevolezza che ci si può sentire estranei e scomodi anche nella città dei nostri sogni.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Luigi Lo Cascio
  • Fotografia: Pasquale Mari
  • Musiche: Andrea Rocca
  • Cast: Luigi Lo Cascio, Catrinel Marlon, Luigi Maria Burruano, Massimo Foschi, Alfonso Santagata, Aida Burruano, Roberto Herlitzka
  • Sceneggiatura: Luigi Lo Cascio, Massimo Gaudioso, Virginia Borgi, Desideria Rayner

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