Cinema Il cine-occhio

John Wick 3 – Parabellum

Stefano Valva

John Wick inizialmente passò in sordina, per svariati motivi: un po’ perché pochi credevano nel rilancio ufficiale di Keanu Reeves in un film action, dopo diversi anni alquanto altalenanti, e poi perché Chad Stahelski faceva il suo esordio alla regia, dopo aver passato anni a lavorare come stuntman e/o produttore cinematografico per film principalmente commerciali e di entertainment.

Eppure John Wick va così bene al cinema – e poi sulle piattaforme digitali on demand, che hanno aiutato, soprattutto il secondo capitolo, ad allargare il suo pubblico – tanto che, si arriva oggi al terzo episodio, dell’ormai quella che si potrebbe considerare come una saga, basata su un personaggio che è un mix fra l’Ethan Hunt-Tom Cruise di Mission Impossible, il Rambo di Sylvester Stallone e gli svariati prodotti comic-action con Jackie Chan.

In John Wick – Parabellum, questo il titolo del terzo sequel, un latinismo di chiamata alla guerra, l’infallibile assassino – interpretato ancora da Keanu Reeves, con la voce italiana mai fuori luogo di Luca Ward –  dopo aver ricevuto la scomunica dall’ordine mondiale della grande tavola, deve fuggire e salvarsi dai tanti cacciatori di taglie che lo inseguono per ucciderlo, così da ritirare un autentico montepremi di milioni di dollari per la sua morte. Troverà come alleati (fra gli altri) una vecchia conoscenza, legata a lui da un pegno mai saldato, ossia Sofia (Halle Berry), il capo del sindacato di Casablanca. Oltretutto, anche i vecchi amici, cioè Winston (Ian McShane) e Bowery King (Laurence Fishburne) capiranno che in realtà il cattivo di tutta la vicenda probabilmente non è colui che ha infranto le regole, ossia John, bensì proprio quel sistema della grande tavola.

La pellicola di Stahelski è un folle inseguimento, da New York, fino in Marocco, per poi tornare di nuovo all’Hotel Continental della cittadina statunitense. Un inseguimento di quasi 120 minuti senza sosta, con scene action mozzafiato, condite da tradimenti, inganni, e scelte impulsive dei personaggi. Il film inizia con la corsa di John, che non si arresterà quasi mai durante l’intero minutaggio, rendendo così il tutto adrenalinico, dal ritmo sfrenato, che piacerebbe molto ad un George Miller, abituato con il suo Mad Max ad un cinema del genere.

Stahelski con il terzo capitolo matura la sua idea compositiva, stilistica ed estetica della (per ora) trilogia sull’assassino, famoso, apprezzato e temuto in tutto il mondo, poiché il suo nome riecheggia quasi come una leggenda all’interno della narrazione. Maturazione, si diceva, perché se i primi due capitoli potevano avere dei cosiddetti “punti morti”, anche se sarebbe fin troppo semplificatorio definirli così, il terzo punta in toto, come accennato, sulla potenza sfrenata delle immagini cinematografiche, mettendo da parte un plot costruito semplicemente e senza grandiose imprevedibilità o articolati sviluppi, per dar spazio ad uno spettacolo elettrizzante, che è difficile da non apprezzare per il pubblico in sala; da sottolineare sala, perché Parabellum non potrà dare la stessa bellezza visiva prossimamente sui piccoli schermi.

La visione filmica si basa completamente sulle scene action – principalmente fra John e tutti i gruppi di assassini che lo inseguono per ucciderlo – e per tutta la durata non diventa né monotona, né noiosa, anzi è costantemente diversificata: dalle solite sparatorie, senza risparmio di colpi e di caricatori, passando per inseguimenti in macchina, in moto, e addirittura a cavallo, fino a combattimenti corpo a corpo crudi e sadici, con una copiosa infarinatura di arti marziali, che sono tra l’altro – e lo si può capire guardando la trilogia – la grande passione del regista; concludendo nella seconda parte, con un intrigante gioco di regia con gli specchi, dove è apprezzabile anche un ottimo lavoro di montaggio, senza dimenticare infine, nella parte iniziale, una notevole profondità di campo nella scena della lotta con i coltelli.

Nonostante ciò, fuggendo dai discorsi tecnici, estetici e scenografici, fin qui menzionati, seppur basterebbero per presentare/raccontare Parabellum, non va dimenticata la componente moralistica e umana del franchise, la quale anch’essa nel terzo capitolo, giunge ad una importante maturazione, non paragonabile a quella tecnico-registica, ma pur sempre da sottolineare. John Wick agisce in un contesto guerresco, di lotta, di morte e di sopravvivenza, nel ricordo della dolce moglie scomparsa, e quando qualsiasi altro personaggio proverebbe piacere nel lasciarsi andare, amando la morte molto di più dell’esistenza, lui invece adora la vita, lotta disperatamente per essa, per vivere nel ricordo spensierato e rilassante della donna amata, coltivando un profondo sentimentalismo.

John è sia un personaggio tenebroso, introverso, schivo e spietato, sia allo stesso tempo, speranzoso, caparbio e onesto. La vita vale di più della morte, e i ricordi possono essere la miglior medicina in un mondo cinico, violento e senza pietà. L’amore insieme all’amicizia, lo portano ad infrangere le regole, e a dividere le cose giuste da quelle sbagliate, facendolo diventare un anarchico nella sfera professionale e personale, portandolo anche a creare in lui una inaspettata umanità, contro delle regole spesso insensate.

Perché se è vero come dice Winston che “senza regole saremmo solo degli animali”, è vera anche l’altro lato della medaglia, per il quale senza amore, senza amicizia, e senza valori, in sintesi senza umanità, saremmo vuoti come degli automi, e John è un chiaro rappresentante di tale concetto.

Infine, Parabellum, conferma a chi avesse ancora dei dubbi il “ritorno” trionfale nel cinema di massa di Keanu Reeves (che in questo sequel ha intrapreso una rigorosa preparazione fisica e scenica), completando un percorso professionale, che a essere precisi, è (ri)partito con successo già dal 2013 con 47 Ronin di Carl Rinsch. Quest’ultima pellicola, insieme alla trilogia sull’invincibile assassino, hanno ridato all’attore americano quel tipo di personaggi a lui esteticamente e caratterialmente congeniali.

Come annunciato, John Wick tornerà con un quarto capitolo, che inizierà dal finale di Parabellum, che tutto sembra risolvere, ma che in fondo, lascia ancora molto in sospeso; facendo attenzione ad ogni modo, alla policy di produzione del franchise, perché altrettanti episodi possono tramutarsi da delizia a croce della storia, rischiando di far approdare la saga in una fisiologica ripetizione, la quale è per buona parte dei prodotti di entertainment contemporanei, un grande tallone d’Achille.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


  • Diretto da: Chad Stahelski
  • Prodotto da: Basil Iwanyk, Erica Lee
  • Scritto da: Derek Kolstad, Shay Hatten, Chris Collins, Marc Abrams
  • Tratto da: Personaggi di Derek Kolstad
  • Protagonisti: Keanu Reeves, Halle Berry, Laurence Fishburne, Marc Dacascos, Asia Kate Dillon, Lance Reddick, Anjelica Huston, Ian McShane
  • Musiche di: Tyler Bates, Joel J. Richard
  • Fotografia di: Dan Laustsen
  • Montato da: Evan Schiff
  • Distribuito da: Lionsgate (USA), 01 Distribution (Italia)
  • Casa di Produzione: Summit Entertainment, Thunder Road Pictures, 87Eleven Productions
  • Data di uscita: 09/05/2019 (Brooklyn), 16/05/2019 (Italia), 17/05/2019 (USA)
  • Durata: 131 minuti
  • Paese: Stati Uniti
  • Lingua: Inglese
  • Budget: 75 milioni di dollari

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