Musica

Intervista a Fred Frith

Maria Ponticelli

L’evento di cui vi raccontiamo ha avuto luogo alcuni mesi fa ma la caratura dell’artista che n’è stato protagonista ci porta a considerare che la sua esibizione non possa restare un ricordo senza narrazione. Il 29 marzo scorso, il centro culturale napoletano Ex Asilo Filangieri ha ospitato Fred Frith, uno dei più importanti musicisti e compositori avant-rock/free-jazz esistenti sulla scena musicale internazionale. Frith ha alle spalle una trentennale carriera da chitarrista e numerose collaborazioni con totem della storia del rock come Syd Barret o con alcuni tra i più celebri autori contemporanei, come Brian Eno; eppure il musicista inglese sembra non essere mai stato pago della celebrità raggiunta tramite le centinaia di album che hanno beneficiato della sua preziosa collaborazione. Frith è noto infatti anche per le sue capacità di improvvisazione che fanno di lui un alchimista della musica sperimentale, ed è in tale veste che si è esibito a Napoli in una sala tanto piena quanto partecipe, tale era l’attenzione ed il silenzio degli spettatori presenti. Un’ora e mezza circa di improvvisazione e di autentica performance attraverso l’incontro di una chitarra adagiata col dorso sulle ginocchia e dei più disparati oggetti di uso comune diventati qui autentici strumenti musicali. In tutto il tempo dell’esibizione Frith non alza mai lo sguardo dai suoi strumenti e trascina lo spettatore in un loop di sensazioni, ora di curiosità, ora di autentico rapimento. Alla fine della serata molte persone si avvicinano per una foto o un autografo su un disco ma nulla di tutto ciò che  l’artista concede con garbo e disponibilità può soddisfare la curiosità che nasce intorno alla sua eclettica intelligenza creativa. È così che qualche giorno dopo il polistrumentista inglese risponde con entusiasmo alla nostra richiesta di porgli qualche domanda in merito al concerto ed in generale al suo percorso di compositore ed improvvisatore.

Come nasce il processo creativo dell’opera improvvisativa?

Dipende da quel che faccio al momento: se mi esibisco in una performance di improvvisazione -che non è altro che un processo creativo-cerco di svuotare me stesso così da cominciare dal nulla. Se invece compongo, quel che faccio dipende dal contesto; se ad esempio lavoro con un coreografo condivido con lui le mie idee sulle scene, i testi, gli spazi, per poi vedere dove ci conduce il confronto. Con il cinema poi è ancora diverso perchè lì c’è un determinato sentimento da cogliere o da invocare. Se infine compongo per un gruppo, grande o piccolo che sia, mi piace far sapere alle persone che sto scrivendo per parlare loro, perchè la musica è sempre un processo collaborativo…anzi la collaborazione è il punto di partenza. In questo senso quando comincio a crearla, la musica comincia a prendersi cura di se stessa.

In estate è uscito, per la prima volta dal 1981, un tuo disco solista: qual è stata l’esigenza creativa di ritornare a questa forma intima di composizione? Quanto è diverso comporre in co-partecipazione con altri musicisti piuttosto che da soli?

Ho realizzato tre album da solista: Guitar Solos nel 1974, Clearing nel 2001 ed un album acustico To Sail To Sail nel 2008, questo in pubblicazione è invece il primo album live solista dall’uscita di Live in Japan e questo mi fa sentire davvero bene! Ero scoraggiato dal pensiero di ascoltare quarant’anni di registrazioni dal vivo e doverne poi scegliere qualcuna ma poi il recente concerto solista a Brussels ha fugato ogni mio dubbio: il nuovo album solista ha registrato il mio attuale sound, esso mi rappresenta e questa mi sembra una gran cosa! Riguardo il lavorare con altri musicisti piuttosto che da solo, beh…si tratta di situazioni completamente differenti; quando sei da solo sai che sei responsabile di ciascun suono e ciascun silenzio e questo aggiunge forza al tuo impegno.

Le performance improvvisative hanno generalmente luogo in musei, gallerie d’arte ed in molti altri posti lontani dal concetto di jazz club che in passato accoglieva questo tipo di esibizioni. Qual è secondo te la ragione di questa collocazione contemporanea?

Le performance d’improvvisazione hanno luogo in qualsiasi posto ed in realtà è sempre stato così. Io suono molto poco nei jazz clubs, forse perchè col tempo questi sono diventati posti dove si sperimenta poco. Credo che i concerti abbiano luogo ovunque possa aver luogo un’esibizione! E l’organizzazione di qualcosa del genere dipende sia da noi stessi che da una grande comunità internazionale di persone capaci di far accadere le cose ovunque si trovino. Essi sono autentici eroi ed eroine della scena musicale e si, questo spesso vuol dire suonare in musei, gallerie d’arte ma anche chiese, licei, scuole, università, piscine, vecchi stabilimenti industriali dismessi, case private, librerie, ex stazioni ferroviarie,  addirittura rifugi antiaerei e così via…

Hai suonato per più di un’ora senza distogliere lo sguardo dai tuoi strumenti, dove riesci a trovare una tale concentrazione?

È la concentrazione che trova me.

Suoni spesso a piedi nudi? Perchè?

Si, spesso. E’ una cosa che ho cominciato a fare quando suonavo con i membri della Lars Hollmer’s band perchè ciascuno di loro suonava a piedi nudi ed anch’io cominciai a fare così. Col tempo ho scoperto che mi piaceva, mi dava stabilità ed ora riesco a gestire meglio anche i pedali, quindi…perchè no?

So che hai trascorso diversi giorni a Napoli, come giudichi quest’esperienza nel suo complesso?

Sono stato benissimo, accolto da eccellenti padroni di casa. Ho avuto modo di condurre workshop molto stimolanti, fatto belle passeggiate e poi naturalmente…il cibo: tutto perfetto!

Alcuni sostengono che quello napoletano sia un dialetto molto musicale, hai avuto modo di ascoltare qualche termine dialettale?

Si, nelle strade e nei negozi ma al di là della musicalità…non avevo idea di cosa stessi ascoltando.

 

(Ph: Vincenzo Schiavo)



Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti