Cinema

Tangerines

Vincenzo De Divitiis

Candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero, la guerra tra georgiani e abcasi di Tangerines arriva nelle sale italiane.

Raccontare un determinato evento o periodo storico è sempre un’impresa ardua per un regista, costantemente a contatto con il rischio di dar vita a opere molto didascaliche e intrise di luoghi comuni e riferimenti poco funzionali a una narrazione scorrevole e accattivante. La soluzione più adoperata, però, è il ricorso ad un frammento di storia più ristretto, piccoli luoghi o pochi personaggi incastonati all’interno del grande ingranaggio di guerre, rivolte o rivoluzioni. È proprio quello che fa Zaza Urushadze con Tangerines, regista georgiano di comprovata esperienza, che per raccontare il terribile conflitto georgiano-abcaso, esploso all’indomani della dissoluzione dell’Unione Sovietica, si focalizza su una vicenda ambientata all’interno di una casa di campagna desolata e abitata da persone umili che loro malgrado si ritrovano coinvolti in un aspro confronto fra due soldati di opposte fazioni.

Abcasia, 1990. Ivo (Lembit Ulfsak) e Margus (Elmo Nüganen) sono gli unici uomini rimasti nella loro terra, difesa dagli abcasi dagli attacchi dei georgiani, e la loro attività principale è la raccolta dei mandarini e la costruzione di casse di legno per permettere di rivendere il loro prodotti al mercato. Insomma, i due si comportano come se niente fosse fino al momento in cui un conflitto a fuoco fra due soldati rivali davanti il loro campo di coltivazione non li costringe ad accogliere e curare i due feriti in casa di Ivo. Inizia così una difficile convivenza fra i due soldati che, in realtà, non vedono l’ora di rimettersi in sesta per uccidersi a vicenda.

La regia di Urushadze, che del film è anche sceneggiatore, appare fin dalle prime battute minimale, essenziale e molto consapevole di ciò che vuole rappresentare: mai un dialogo fuori luogo ed in più del previsto e, soprattutto, la storia entra quasi subito nel vivo senza perdersi in inutili preamboli e dimostrando un realismo che calza a pennello per una storia di tale dimensione e carica emotiva. Quella carica emotiva palpabile minuto dopo minuto con i due soldati protagonisti (forse i veri protagonisti della pellicola) che passano tutto il tempo a scrutarsi e lanciarsi messaggi e sguardi di odio, intervallati da conversazioni che alla lunga scuotono i cuori di entrambi e li portano a riflettere su quanto la guerra può trasformarsi in fratellanza e valori più forti e non sempre appartenenti alla natura umana. Il tutto si svolge in ambientazioni fredde e quasi sospese in una realtà spazio-temporale amorfa dal resto del mondo e per questo affascinante e capace di coinvolgere lo spettatore all’interno di questo lungo processo di trasformazione. Tangerines, in conclusione, si impone come un inno alla pace immerso in atmosfere di guerra cupe e solo in apparenza senza speranze.


Dettagli

  • Titolo originale: Mandariinid
  • Regia: Zaza Urushadze
  • Anno di Uscita: 2013
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Rein Kotov
  • Musiche: Niaz Diasamidze
  • Costumi: Simon Matchabeli
  • Produzione: Estonia, Georgia
  • Cast: Misha Meskhi, Giorgi Nakashidze, Elmo Nüganen, Raivo Trass, Lembit Ulfsak
  • Sceneggiatura: Zaza Urushadze

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