Cinema

In Sala. Star Wars – Il risveglio della forza

Fausto Vernazzani

L’impero di Topolino inizia il proprio regno nella terra di Star Wars con un’opera dedita più al fan service che alla costruzione di una continuazione efficace.

 Nella storia non esiste un film più atteso di The Force Awakens, il primo film di una nuova trilogia di Guerre Stellari e capostipite dell’era Disney nell’impero della Lucas Arts. La produttrice Kathleen Kennedy con l’acquisto del brand creato da George Lucas – include anche Indiana Jones, ricordiamo questo dettaglio – ha fatto un affare multi-miliardario, accollandosi allo stesso tempo un peso: come reagiranno i fan una volta tolto il velo di segretezza che avvolge il film?

La soluzione era alla radice del problema: la trilogia originale. J.J. Abrams, regista coadiuvato da Lawrence Kasdan alla sceneggiatura, riprende la trama di Una nuova speranza e vi inserisce elementi che richiamino ai due restanti capitoli, L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi, allontanandosi quanto più è possibile dai cosiddetti prequel iniziati da La minaccia fantasma. In un certo senso l’operazione ricorda molto quanto accadde con Star Trek Into Darkness.

Per il sequel del reboot di Star Trek alla Paramount, Abrams si scusò: negò si trattasse di un remake de L’ira di Khan e così invece fu. Con Star Wars accade lo stesso e in un certo senso pone Abrams in una cattiva luce: come se la caverebbe mai con materiale originale? Non è l’uomo dei sequel, come lui teme di essere definito, ma l’uomo dei remake. The Force Awakens non lo è ufficialmente, ma per tanti, forse troppi, aspetti lo è. Senza ombra di dubbio.

Detto questo non resta che mettere in chiaro una cosa: i remake non sono il male. Tante volte ne abbiamo avuti di fantastici (Hitchcock, Scorsese, Raimi ne sanno qualcosa) e The Force Awakens può di sicuro annoverarsi tra i migliori: l’intrattenimento è al top della forma, allo spettatore non è concesso un attimo di fiato. Abrams catapulta il pubblico nell’universo di Star Wars dopo quasi 40 anni di stasi e lo immerge con ogni arma possibile: omaggi, musica, citazioni. Di tutto.

L’effetto è però quello del Marvel Cinematic Universe – sempre Disney -, avventure rocambolesche senza pathos, incapaci di aggiungere spessore ai personaggi e alle situazioni in cui essi sono coinvolti. Ciò non toglie che alcune delle new entry riescano comunque a brillare, su tutti John Boyega, lo stormtrooper disertore, Adam Driver, il nuovo villain, Oscar Isaac, il miglior pilota della resistenza e, infine, in ordine di bravura, Daisy Ridley, la Luke di The Force Awakens.

Il risultato finale è una corsa sulle montagne russe, tuttavia incompleta in ogni sua forma, con buchi di sceneggiatura giustificabili solo perché prima parte di una nuova trilogia. Ciò non toglie che ogni film dovrebbe essere capace di reggersi su se stesso, Peter Jackson del resto ci riuscì con Il signore degli anelli e anche Lucas con Star Wars nel 1977. Abrams in questo fallisce su tutta la linea: The Force Awakens impallidisce di fronte alle sue origini. Ma è sempre un gran divertimento.



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