Cinema

Gli invisibili

Marina Niceforo

Un Richard Gere trasformato tra le strade di New York per un racconto minimale sulla realtà dei senzatetto americani.

Il regista e sceneggiatore Oren Moverman ritrae la realtà dei senzatetto americani ne Gli invisibili, film del 2014 che solo ora viene distribuito in Italia. Protagonista di questa storia ordinaria Richard Gere, per la prima volta in un ruolo (quello di uomo dal basso profilo) lontano dai suoi canoni abituali e per questo sorprendente.

Sfrattato dalla sua ultima dimora, George Hammond (Gere) si ritrova tra le strade di New York ad affrontare la dura vita del senzatetto. Da tempo immemore (Time Out of Mind, titolo orginale del film), infatti, George non ha più una sua strada: non un lavoro, non una casa, né il sostegno di sua figlia Maggie (Jena Malone) che da lui si è allontanata. Malgrado questa condizione non sia affatto nuova, è ancora difficile per George accettarla e solo grazie al nuovo amico Dixon (Ben Vereen) potrà provare a farlo.

Oren Moverman scrive e dirige un racconto minimale, vicino al documentario, in cui tutto concorre all’essenzialità. Con pochi movimenti narrativi e dialoghi asciutti, e un arco di eventi che non potrebbe essere più naturale di così, la storia del senzatetto George vibra indubbiamente di realismo ed eleganza, ma forse proprio per questo soffre di una eccessiva scarnezza emotiva. La caratterizzazione del protagonista avviene infatti con pochissimi elementi, ed è quindi difficile arrivare a conoscerlo, capirlo, e compatirlo per la sua situazione.

La povertà narrativa scelta per Gli invisibili si sposa bene con quella stilistica e visiva della regia: sempre dimessa, sempre distante, la telecamera statica di Moverman getta un occhio discreto su George e sulla sua vita, offrendo una prospettiva nascosta da vetrine di negozi, scalinate, finestre, persone. Il freddo di New York si specchia nella fotografia desaturata di Bobby Bukowski, mentre inquadrature e scene come quella della stazione (in cui George si confonde tra la folla) rafforzano ulteriormente l’impressione di osservare un protagonista invisibile.

Tutta l’indifferenza della gente rivive negli occhi di Richard Gere, povero inaspettato dall’aspetto e dal portamento sempre dignitosi; a lui si riconosce il convincente sforzo intepretativo sul quale poggia tutta la struttura del film.

L’ultima parte dona un po’ più di cuore, spiegando qualcosa in più del personaggio principale e del rapporto con la figlia, ed attenuando l’amaro con sottile buonismo sulla questione dei senzatetto, che resta comunque un problema drammatico della società statunitense.


Dettagli

  • Titolo originale: Time Out of Mind
  • Regia: Oren Moverman
  • Anno di Uscita: 2014
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Bobby Bukowski
  • Costumi: Catherine George
  • Produzione: USA
  • Cast: Richard Gere, Ben Vereen, Jena Malone
  • Sceneggiatura: Oren Moverman

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