L’universo Marvel ha ancor di più rafforzato la sua posizione di uno dei franchise di maggiore successo da quando ha deciso di varcare i propri storici confini del mondo dei fumetti, per entrare nell’universo cinematografico e dare il via ad una serie di trasposizioni sul grande schermo di tutto il suo repertorio di supereroi. Un’operazione che negli anni ha dato i frutti sperati e che ha visto uno dei picchi più significativi nel 2012 quando il regista Joss Whedon diresse il primo episodio di The Avengers, nel quale venivano raggruppati tutti i personaggi più di spicco del mondo Marvel e di conseguenza la maggior parte degli attori a sua disposizione: Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chris Hemsworth, Chris Evans, Tom Hiddleston giusto per citarne alcuni. Un enorme successo a cui si è cercato di dare seguito con questo nuovo capitolo della saga, intitolato Avengers: Age of Ultron e diretto dallo stesso Whedon, con risultati tuttavia insoddisfacenti e non in linea con le premesse della vigilia.

Tony Stark (Downey Jr.), dopo aver oltrepassato il portale dei Chitauri e aver visto cosa c’è fuori, decide di rispolverare il programma Ultron, un’intelligenza artificiale progettata per difendere il mondo. Il robot, però, acquista una coscienza propria e decide di portare a termine il compito in modo violento e sanguinario. Gli Avengers si trovano così d affrontare una nuova terribile minaccia.

Whedon propone fin da subito tutto ciò che è logico aspettarsi da un film di questo tipo: pronti via, infatti, lo spettatore si trova immerso all’interno di una battaglia a suon di balzi acrobatici, esplosioni ed effetti speciali a dir poco spettacolari inframmezzati dalle immancabili battute sagaci, vero marchio di fabbrica della serie Marvel. Andando avanti con la visione, però, ci si accorge di come il regista questa volta abbia voluto aggiungere altro e affiancare a questo tripudio di azione una buona dose di attenzione alla psicologia dei personaggi. Quest’ultimi infatti, plagiati dai “potenziati” gemelli Maximoff, si trovano a fare i conti con la propria coscienza e un passato fatto di segreti e paure. Questa nuova svolta narrativa, tuttavia, finisce a poco a poco per rendere confuso il plot, con numerose situazioni lasciate in bilico e svariati momenti così poco chiari al punto che il ritorno ad un finale movimentato sembra più  rappresentare una volontà di rifugiarsi in strade più sicure piuttosto che il frutto di una sceneggiatura solida e ben congegnata. A peggiorare il tutto ci si mette anche la poca consistenza e lo scarso carisma del villain di turno, Ultron, e la poca attenzione nel tratteggiare le psicologie di due personaggi tanto interessanti quanto incompiuti come i due gemelli Maximoff.