Cinema

In Rete. Addio al linguaggio

Giovanni Bottiglieri

Una scarsa distribuzione combattuta con una proiezione in streaming: il nuovo discusso Godard su MyMovies Live

 

Presentato a Cannes 2014, seguito dal Festival di Locarno e quello di Torino l’ultimo titolo-manifesto Adieu au langage del maestro del Cinema mondiale Jean-Luc Godard. Nella serata di ieri, 4 gennaio, il servizio on demand MyMovies Live ne ha proposto una visione in streaming dopo che nei mesi scorsi si è avuta una distribuzione alquanto scarsa nelle sale cinematografiche italiane.

L’avanguardia della tecnologia e la visione letteralmente costituita di frammenti d’immagine in cui viene sovvertita la storia dell’immagine stessa e la modalità del percepire la visione di un film apre, per mezzo di esso, una via del tutto nuova di concepire e guardare l’opera cinematografica, sovvertendo la caratteristica dell’arte di fare cinema, ossia quella del montaggio. Innanzi tutto la modalità della visione proposta che, per godere in modo corposo e realmente d’impatto, deve essere rigorosamente in 3D, dotando lo spettatore degli occhialini che ne permettono la visione.

Perché il montaggio? Sono due film sovrapposti e le sovrapposizioni in realtà sono presenti anche nello stesso film; utilizzando i propri occhi avviene la costruzione delle sequenze, composte da Godard in maniera così naturale che parte di questa naturalezza dà l’idea di come ci si è arrivati e come si potrà evolvere il nuovo pensare e ripensare un film in rapporto alla vita. È un film panoramico, enorme, come la maggior parte delle opere del maestro, che raggruppano e mescolano il meglio dell’arte e della cultura occidentale d’ogni tempo, per fonderlo con la quotidianità e contrapporlo alla visione d’un mondo privo di poesia e svuotato del movimento e della vita.

L’Addio al linguaggio è un saluto che una leggenda come Godard opera nei confronti di un cinema classico da sempre contestato, ma spesso, con questa sua battaglia di sempre, un minimo corroso e forse rivoluzionato. Questo è un pezzo di cinema che diviene da qui e ora un classico e che molto probabilmente diverrà una visione obbligata per chiunque voglia occuparsi di cinema. L’autore ha, in modo criptico, donato al mondo una creatura di un tempo che qui non è ancora esistito. La visione di questo lungometraggio è un’esperienza che potrebbe somigliare alla scoperta del fuoco o della ruota. Verità scientifiche e umanistiche. I colori acidi immergono chi guarda in un bagno di luce intensa come quella del proiettore e la possibilità di esserne gli artefici e guidare la pellicola verso chilometri di possibilità. Un film difficile da definire in cui la possibilità di cogliere e giocare con i sotto-film e con le sequenze interne è data dal rivederlo più volte in 3D, cosa purtroppo alquanto difficile.


Dettagli

  • Titolo originale: Adieu au langage
  • Regia: Jean-Luc Godard
  • Fotografia: Fabrice Aragno
  • Musiche: /
  • Cast: Héloïse Godet, Kamel Abdeli, Zoé Bruneau, Jessica Erickson, Christian Gregori
  • Sceneggiatura: Jean-Luc Godard

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