Arti Performative Focus

“Gusta Minori”: teatro e gastronomia all’insegna del Natale in Costiera Amalfitana

Simone Sormani

Immaginare in pieno agosto un Natale che prende vita tra i vicoli, le piazze e le chiese di un borgo di mare della Costiera Amalfitana. Le luci, i “pastorelli”, gli zampognari, il profumo delle zeppole e degli struffoli, Natale in casa Cupiello e La Cantata dei Pastori. Sembra un sogno che anticipa quello che per molti è il momento più dolce dell’anno, ma è il tema di Accussì Natalea, spettacolo di teatro itinerante presentato in occasione della XXIII edizione di Gusta Minori, le vie del palato e dell’arte andato in scena dal 29 al 31 agosto a Minori (SA). Sempre di più l’arte e la gastronomia, infatti, si incontrano in nuovi format che permettono di tenere insieme paesaggio, cultura e sapori.

In quest’ottica il Gusta Minori si presenta come festival di teatro, danza, musica, storia, cucina, che dà la possibilità agli spettatori di scoprire uno dei luoghi più suggestivi della Costiera Amalfitana degustando piatti tipici e assistendo a degli spettacoli itineranti, frutto della sinergia tra attori locali e professionisti del panorama artistico campano. Una sinergia possibile grazie alla tradizione teatrale e artistica amatoriale della città di Minori, che prosegue sotto la direzione di Lucia Amato, ideatrice, autrice e regista insieme a Gerardo Buonocore (autore anche delle musiche e delle scenografie con Giuseppe Pergola) di Accussì Natalea.

L’opera di musica e teatro in cinque scene ripropone, anche in prospettiva di una destagionalizzazione dei flussi turistici, per gli ideatori: “in maniera del tutto originale e anche inedita, la parte laica del Natale, attraverso la ricca letteratura teatrale e musicale del nostro territorio”.

Trenta attori, due corpi di ballo e circa duecento figuranti, per una produzione imponente. Cinque scene in contemporanea, da poter scegliere liberamente, anche più volte, nel corso dello spettacolo, in cui nella cornice delle tradizioni natalizie vengono affrontati temi attuali quali l’emigrazione, l’accoglienza e la diversità.

Così è nella scena che apre il percorso, Quanno nascette Ninno, ispirata alla nenia dedicata da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori alla nascita di Cristo (con Raffaele Giorgio, Francesco Rutolo, Gabriele Manzo, Dorothy Manzo e Giuseppe Parisi).

Attraversando un sipario blu ai piedi dell’antica Basilica di Santa Trofimena ci si immerge nelle atmosfere della notte di Natale e del presepe settecentesco napoletano, cui si sovrappongono i giochi acrobatici di demoni in versione rap ad incarnare il Male di chi oggi si rifiuta di accogliere gli umili e gli ultimi della terra.

Un fil rouge che conduce fino al sito archeologico della Villa Romana, dove Benedetto Casillo e Giovanni Mauriello interpretano Il viaggio di Razzullo e Sarchiapone, tratto dalla Cantata dei pastori di Andrea Perrucci. La tradizione delle due buffe maschere napoletane in viaggio verso Betlemme incontra i versi contemporanei di Pierpaolo Pasolini che, nelle vesti di un angelo profeta (Antonetta Capriglione), annuncia la venuta dei tanti “Cristi” di oggi che muoiono ma non risorgono, anime disperatamente aggrappate in mare ad un giubbotto di salvataggio, le cui storie viaggiano su una nave simbolicamente tappezzata di prime pagine di giornali.

Un atto di denuncia contro l’indifferenza al dolore che è lo stesso lanciato da Anna Rita Vitolo nella scena Maria e Maria, dove interpreta due madri, Maria, madre di Gesù, la donna che ha donato al mondo una speranza di salvezza, e una sua omonima contemporanea, una donna di camorra a cui sono stati tolti gli affetti più cari e che indica la strada del riscatto attraverso il coraggio.

Il dramma delle famiglie lacerate dal fenomeno dell’emigrazione ritorna nella sceneggiata Lacreme napulitane (con Laura Lazzari, Ciro Capano, Enzo Attanasio e Margherita Rago), che ci ricorda di quando ad abbandonare patria ed affetti eravamo noi, italiani, meridionali.

Infine, il racconto forse su tutti più caro, uno spaccato amaro e comico della vigilia di Natale di una famiglia napoletana, Te piace ‘o presepio, estratto da Natale in casa Cupiello di Eduardo (con Corrado Taranto, Antonello Cianciulli e gli attori dell’associazione Il Proscenio di Minori), dove la scenografia è composta unicamente da statuine a grandezza quasi naturale del presepe di Luca Cupiello.

Del resto, Acussì Natalea ha presentato un intero paese trasformato in presepe, inteso come rappresentazione utopistica di un microcosmo in cui potrebbe essere Natale ogni giorno se, come parafrasa lo spettacolo, il cuore fosse pronto ad accogliere le diversità.



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