Arti Performative

exvUoto teatro // SISTER(s) – Miraggio su strada qualunque

Carmen Navarra

C’è un microcosmo, quello dell’oralità da palcoscenico, che comunica coi gesti e con le parole i sentimenti, i dubbi, le inquietudini dell’animo umano. La forma prediletta dagli exvUoto teatro, compagnia teatrale di origine veneta nata nel 2011, è una sagace ironia, anzi, una «leggerezza calviniana», come amano definirla. In SISTER(s), Miraggio su strada qualunque di Andrea Dellai e diretto da Tommaso Franchin, andato in scena lo scorso 17 settembre al Piccolo Teatro Grassi di Milano in occasione della XVIII edizione di Tramedautore – Festival Internazionale delle Drammaturgie, questo immancabile ingrediente del loro teatro si mescola a quello del racconto che si estrania da se stesso (dal latino ex, “fuori”) per guardare con occhi dolcemente disincantati il vuoto abissale in cui la generazione dei cosiddetti Millennials è precipitata.

Laura Serena e Massimo Scola in “Sister(s)”

Bruno (Massimo Scola) e sua sorella Allison (Laura Serena) lavorano in una pompa di benzina ereditata dal loro padre defunto in una improbabile città dell’Alabama, Rovigo, metafora di una periferia grigia e desolata, luogo di esistenze – e forse di resistenze – anonime e silenziose. Gli unici rumori percettibili sono rappresentati dal passaggio rapido e altrettanto anonimo delle automobili, finché un giorno a scuotere le vite di questi due ragazzi trentenni e sporchi di benzina (dalla quale letteralmente “sniffano” una certa dissacrante dose giornaliera per rigenerarsi) arriva un “frigor”, un frigorifero enorme e colorato, deus ex machina di noialtri, da cui apparirà la Madonna a Bruno, per il tramite di un angelo (Andrea Dellai) con tanto di ali di plastica annesse e in tuta da lavoro. Questa figura fuori luogo e fuori di testa sovvertirà gli schemi precostituiti, raccontando, con pungente ironia, la diversità e la difficoltà di accettarla: sarà infatti lui stesso a indurre Bruno a farsi suora. Il titolo dello spettacolo, SISTER(s), nasce proprio da questa metamorfosi, interiore ma anche esteriore: sul palco (Suor) Bruno indosserà prima una T-shirt con la scritta I’m a winner, poi un bizzarro velo e dei boxer con il logo di Superman. L’angelo proverà a “corrompere” anche Allison, la cui forza di volontà è probabilmente maggiore di quella di Bruno: alle insolenti e ridondanti domande di lui – su tutte, «lo sai come muore una stella?» – recitata in loop – la ragazza, con un linguaggio puerilmente scurrile, risponderà con sdegno e imbastirà un monologo (momento di accentuata intensità drammatica dello spettacolo) parlando di una ragazzina, Cristina, che da piccola faceva gli occhi dolci a suo fratello e della quale si era vendicata causandole un incidente sulle macchine dell’autoscontro. Da qui il tessuto della trama si arricchisce, creando forse un certo disorientamento nello spettatore: Allison ci appare morbosamente attaccata a Bruno, quello stesso attaccamento le produce non solo una forma di esasperante gelosia ma anche e soprattutto una ripulsa nei confronti di quanto e quanti la allontanano da lui. Diventano quindi tangibili qui sia i riferimenti all’antico (il sentimento incestuoso e il rapporto tra Antigone e suo fratello Polinice) che all’attualità (l’omofobia e il transgender). Le richieste di Allison di tornare alla loro “normalità” non verranno prese in considerazione né dall’angelo né da Bruno, i quali – in modo bizzarro e goffo – le insegneranno ad accettare il cambiamento. Lei, allora, reagirà proponendo alla “sorella” di restare con lei nella pompa di benzina per rendere questo luogo/non luogo più autentico: «Vendiamo benzina e miracoli» oppure «La benzina che fa miracoli», potrebbero essere gli accattivanti slogan. Non c’è soluzione, però, se non nell’affetto: tutto è affidato ad un abbraccio tra Allison e Bruno prima della partenza di lui/lei per andare alla ricerca di altre “sorelle”, sulle note di una dolcissima Stand by me che conduce al finale fiabesco. D’altronde, come chiosa l’angelo con una battuta mordace: «Sopravvive chi si adatta».

Massimo Scola e Andrea Dellai in “Sister(s)”

SISTER(s) – Miraggio su strada qualunque

drammaturgia Andrea Dellai
con Laura SerenaMassimo ScolaAndrea Dellai
scenografie e costumi Paola Ghiano con la consulenza artistica di Eleonora Rossi
accessori Martina Pretto
sonorizzazione Marco Campana
disegno luci Manuel Garzetta
tecnico Clara Stocchero

regia Tommaso Franchin

prodotto da exvUoto teatro + Dedalofurioso

con il supporto di Residenza IDra e Teatri di Vita 



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