Musica

Dan Friel – Valedictorian/Exoskeleton

Mario Esposito

Polistrumentista eclettico, Dan Friel, già membro dei Parts & Labor, arriva al suo primo 12” per la Thrill Jockey Records dopo una lunga serie di lavori e collaborazioni che lo hanno visto impegnato su più fronti negli ultimi undici anni.

Polistrumentista eclettico, Dan Friel, già membro dei Parts & Labor, arriva al suo primo 12” per la Thrill Jockey Records dopo una lunga serie di lavori e collaborazioni che lo hanno visto impegnato su più fronti negli ultimi undici anni. Nonostante le sole quattro tracce che lo compongono, “Valedictorian/Exoskeleton” si presenta come un ep dalle sonorità piuttosto variegate che, partendo dall’elettronica, muovono verso spazi musicali anche molto differenti tra loro, senza tuttavia indebolire quello che pare essere il marchio Friel.

Due brani originali e due remix: questa la composizione dell’album, che si apre con “Valedictorian”, pezzo dalle sonorità quasi isteriche in cui i ritmi forsennati sembrano condurre tastiere e sintetizzatori verso i ritmi forsennati tipici del punk. L’impatto è forte e ci si ritrova quasi travolti da tanto inarrestabile rumore.

“Exoskeleton” mantiene il tratto sonoro della prima traccia; anche qui l’effettistica produce stridii inquieti e prolungati, ma la struttura ritmica più pacata e l’andamento ipnotico conferiscono al pezzo un’immagine meno spigolosa rispetto al precedente.

La seconda parte dell’ep, come si diceva, è riservata ai remix della stessa “Exoskeleton” e di “Ulysses”. Il primo dei due brani viene rivisitato da Moss of Aura, che lo ripropone in chiave dance trasformandolo in un più sensuale set dai ritmi tribali; ai californiani Peaking Lights, invece, è affidato il compito di manipolare “Ulysses”, rimodellato in una lunga e ridondante successione di rumori ed effetti sonori forse eccessivamente dilatati (oltre 12 minuti di durata).

Lavoro che potrebbe quindi attrarre maggiormente chi ama le atmosfere asfissianti e l’elettronica più tagliente, “Valedictorian/Exoskeleton” ha sì tutte le carte in regola per fare da colonna sonora a scene visionarie e deliranti, ma di certo sembra difficile immaginarne un ascolto leggero in uno stato di piena lucidità mentale.



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