Cinema

C.R.A.Z.Y.

Valentina Esposito

La scala evolutiva del costume nella Francia dagli anni Sessanta ai Settanta, dai Settanta agli Ottanta, un viaggio nelle maschere di un ragazzo troppo distratto per capire quale sia la strada da difendere.

In visione su MyMovies Live fino al 31 Maggio, C.R.A.Z.Y.: il film di Jean-Marc Vallée ci impartisce la dura e indimenticabile lezione di quanto sia impossibile disfarsi di se stessi, e l’invito ad accettarci ed evolverci secondo la nostra indole contro ogni propensione sociale e familiare.

Zac Beaulieu (Marc-André Grondin) nascerà respirando a fatica il 25 Dicembre del 1960, un’asma che lo accompagnerà per tutta la vita, da dominare con uno spray sempre in tasca. Quarto di cinque figli, cattura l’attenzione dei due genitori sin da piccolo: il padre (Michel Côté) lo tiene d’occhio vedendo nella sua pronunciata sensibilità orientamenti omosessuali, la madre(Danielle Proulx) lo sprona a ringraziare Dio per i poteri salvifici che gli ha donato, per fare del bene agli altri e da non usare per scopi personali. Dall’infanzia all’adolescenza, dall’adolescenza all’età adulta Zac scopre le sfumature più nascoste del diventare grandi, si abbandona alla musica e alle mode della società in cui cresce e a cui cerca disperatamente di conformarsi: può cambiare abito all’occorrenza, può chiudersi in se’ stesso sotto le note di David Bowie e poi ribellarsi sulle note dei Sex Pistols, ma non riuscirà a cambiare la sua natura e il suo orientamento sessuale.

Quello che ci offre Vallée non è solo la storia di un ragazzo degli anni Settanta trovatosi a dover accettare il suo orientamento sessuale e soprattutto farlo accettare ad un padre che reputa la sola accezione un’offesa alla dignità di un uomo, ma è un viaggio nell’evoluzione del costume, della società e della musica dagli anni Sessanta fino agli anni Ottanta: ad ogni stagione musicale corrisponde una stagione sociale, sottolineando il forte legame tra l’ascoltatore medio e una musica più che mai capace di raccontare un sentimento comune che parla di un’intera generazione. C’è quindi una grande accortezza nel fornire una dimensione spazio-tempo credibile, che con pochi accorgimenti riesce a far entrare lo spettatore nel pieno di ogni epoca trattata.

La forma scelta dal regista per C.R.A.Z.Y. è quella del dramma familiare, ma evita qualsiasi passo avanti nel melò: non ci sono grida e anche il momento più tragico viene sdrammatizzato come un processo naturale e necessario, grazie anche a scene dall’alto valore simbolico/poetico all’interno della narrazione. Con un montaggio (Paul Jutras) spiazzante ed energico e una voce fuori campo mai invadente, assistiamo all’iniziazione alla vita di Zac fino alla dura prova nel deserto ricordando le orme di Cristo: nessuna tentazione, ma la luce accecante di un’esistenza che si riappropria della sua sostanza. E lo fa senza rinunciare a quell’ebbrezza folle che appartiene unicamente al potere visivo del cinema.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Jean-Marc Vallée
  • Fotografia: Pierre Mignot
  • Musiche: David Bowie
  • Cast: Michel Côté, Marc-André Grondin, Danielle Proulx
  • Sceneggiatura: François Boulay, Jean-Marc Vallée

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