Cinema

Cogan – Killing Them Softly

Antonello Trezza

Andrew Dominik ritorna dopo l’assassinio di Jesse James con un thriller crudele intriso di critica sociale e parole graffianti contro l’America di oggi.

Terzo film per il grande schermo di Andrew Dominik, Cogan – Killing Them Softly è uno spaccato sull’inizio della crisi economica che ha colpito l’America (e non solo). Non ci troviamo di fronte a una storia canonica (nonostante la sceneggiatura sia tratta da un romanzo di George V. Higgins). Abbiamo, sì, un inizio e una fine, ma quello che scorre sullo schermo è molto più vicino a una cronaca di una “morte annunciata”. Non c’è azione, non c’è tensione e, apparentemente, sembra non esserci cuore in questo lavoro, eppure la maestria (e, al tempo stesso, semplicità) con cui è girato fa pensare che tutto questo sia ricercato.

Due delinquenti, Frankie (Scoot McNairy) e Russell (Ben Mendelsohn), decidono di rapinare una bisca clandestina facendo ricadere la colpa sull’organizzatore, Markie Trattman (Ray Liotta). Per scoprire i colpevoli e per dare loro la giusta punizione la mala ingaggia Jackie Cogan (Brad Pitt), un killer a cui piace uccidere le proprie vittime in maniera veloce e indolore.

Killing Them Softly, un ibrido di gangster movie, black comedy e noir, segue costantemente un filo conduttore dettato dai discorsi radiofonici e televisivi, dei presidenti Bush e Obama, alle soglie delle elezioni del 2008, e il tema è sempre lo stesso: la finanzia e la sua crisi. Siamo in un’America pericolosamente sotto scacco dove neanche più la malavita organizzata può dire di essere al riparo economicamente, dove non può permettersi che le bische vengano interrotte e non può permettersi, neanche, di assoldare i migliori killer in circolazione e pagarli quanto pattuito. Ne sono d’esempio le continue contrattazioni tra Cogan e Driver (Richard Jenkins), avvocato della famiglia. Tutto culmina con la magnifica scena finale in un bar, ancora con loro due protagonisti, e il breve monologo del killer, arrabbiato per non aver ricevuto il prezzo concordato: “Io vivo in America e in America sei solo. […] L’America non è una comunità, è solo affari. Quindi adesso pagami!”. È così, alla fine, che riusciamo a capire le reali intenzioni di Dominik e la volontà di costruire un film così apparentemente piatto, fatto di novanta minuti di dialoghi gangsta e qualche breve momento surreale (la scena in cui Cogan mette alle strette Frankie, fatta solo di primi piani e mezzibusti) che si alterna con la crudezza del resto del film. Esteticamente, poi, degna di nota è la scena in cui il killer uccide Trattman, un ralenti ricco di dettagli: cinque spari, la macchina che sbanda contro altre, una danza di morte … una morte soft.


Dettagli

  • Titolo originale: Killing Them Softly
  • Regia: Andrew Dominik
  • Altro: Sceneggiatura: Andrew Dominik Fotografia: Greig Fraser Musiche: - Cast: Brad Pitt, Richard Jenkins, Scoot McNairy, Ben Mendelsohn, Ray Liotta, James Gandolfini

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