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Chi ha paura di una fotografia? Gianni Berengo Gardin e le grandi navi a Venezia

Gabriella Bologna

Può una mostra fotografica intaccare l’immagine di Venezia? Se il senso comune direbbe di no, di tutt’altro avviso è il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che nei giorni scorsi ha sospeso l’apertura di una mostra di Gianni Berengo Gardin programmata il 19 settembre al Palazzo Ducale.

Oggetto della mostra? “Mostri a Venezia“, ovvero 27 fotografie in bianco e nero scattate tra il 2012 e il 2014 alle grandi navi da crociera. Sagome imponenti che tutti possono vedere attraversare i fragili spazi del bacino di San Marco, ma che forse non potranno essere oggetto di una mostra, nemmeno se realizzata da un grande fotografo. Perché?

E qui compare un’inusuale par condicio, che il Sindaco spiega così: «trovo più corretto presentare la questione attraverso ogni angolazione. L’artista ha la sua ma ce ne sono altre. I Musei sono pubblici, è giusto presentare più punti di vista. E poi la città con le ultime elezioni ha deciso: le grandi navi vanno tolte da San Marco ma restano a Venezia ». L’idea dell’amministrazione comunale sarebbe quella di posticipare l’apertura della mostra e affiancare alle fotografie alcune tavole del progetto Tresse Est che prevede di spostare il passaggio delle grandi navi dal canale della Giudecca a un percorso alternativo.

Se è vero che proprio la giunta di centrodestra del Comune ha approvato questa variazione, dopo un dibattito durato anni, è anche da tenere presente che finora molto si è detto e ancora nulla s’è fatto.

Berengo Gardin, secondo quanto riportato da Il Post, non ha apprezzato l’idea del Sindaco: «Sono veramente molto arrabbiato per questa situazione.” ha dichiarato. “La mia impressione è che questo slittamento della mia mostra delle fotografie sulle grandi navi, prevista a Palazzo Ducale, nasconda in realtà la volontà del nuovo sindaco Luigi Brugnaro di non organizzarla” e auspica che le tavole siano esposte in una sede diversa dalle sue foto perché “sono cose diverse, quello è un progetto tecnico, il mio è un racconto fotografico”.

Le medesime fotografie erano già state esposte nel 2014 a Milano in una mostra organizzata da Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, e a Venezia sarebbero state riproposte con il medesimo spirito di denuncia: uno sfregio alla bellezza e un pericolo per monumenti e abitanti.

Come osserva Michele Smargiassi su La Repubblica, questo è il bello della fotografia di reportage: il suo rapporto “vivo e speciale con il mondo che vuole raccontarci, e questo preoccupa, fa paura, fa correre ai ripari”.



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