Cinema Il cine-occhio

Avengers: Endgame

Stefano Valva

Avengers: Endgame chiude una fase cinematografica lunga ben 11 anni, iniziata con il primo capitolo della trilogia su Iron Man nel 2008 e terminata poche settimane fa, con l’ultima avventura del mega-gruppo di supereroi Marvel, e allo stesso tempo con un saluto affettuoso a Stan Lee, scomparso poco tempo fa.

In Endgame la trama sembrerebbe piatta, perché ragionevolmente nulla si può fare dopo che in Infinity War, in quanto lo “schiocco di dita” del terribile Thanos ha spazzato via metà della popolazione galattica tra cui alcuni eroi, come Spiderman, Doctor Strange, e altri, mandando in una profonda malinconia quelli rimasti in vita.

Eppure una speranza c’è, e la ipotizza inizialmente Ant-Man, che tornato dal regno quantico ha una soluzione azzardata, ma plausibile, per riportare in vita gli amici scomparsi. Il viaggio nel tempo è la strada più accreditata, tornare nel passato per modificarlo e per cambiare il futuro. Tuttavia, tornare indietro nel tempo e cambiare gli eventi non è così semplice e divertente, come film come Ritorno al futuro di Robert Zemeckis (citato più volte nella pellicola) ci hanno insegnato.

Tornare indietro nel tempo è una missione intricata, – e Iron Man lo sa bene –  che può causare danni celebrali e fisici, e può creare svariate linee temporali, che possono mandare in confusione tanti eventi, e il risultato finale farebbe invidia (idealmente) al miglior film di Christopher Nolan.

In sintesi, il viaggio nel tempo diventa il pilastro della narrazione del film dei fratelli Russo, che tornano alla regia del franchise Marvel dopo un ottimo lavoro svolto in Infinity War, che ha emozionato e non poco critica e pubblico. L’arcano di Endgame è che costruire un film, dalla durata di tre ore, sull’avventura nello spazio-tempo, ha bisogno non solo di una regia lineare, precisa e accattivante, ma soprattutto di una solida sceneggiatura, che non lasci buchi e strascichi durante l’attraversamento temporale.

La sceneggiatura diventa croce e delizia della pellicola: delizia, perché la trama non può che affascinare e coinvolgere lo spettatore, creando un grandioso senso di speranza e di curiosità, dopo una prima parte del film posata e riflessiva, quasi sconsolata; croce, perché inevitabilmente la narrazione risulta troppo contorta ed estesa nel minutaggio, lasciando un po’ di amaro in bocca, soprattutto verso quella schiera di fan appassionati anche al racconto fumettistico, seppur il finale di ogni personaggio rende giustizia all’arco narrativo costruito nel toto dei quattro capitoli e dei rispettivi prodotti individuali canonici.

Ciò non deve snaturare il grande lavoro fatto dai fratelli Russo sui “Vendicatori”, giustificato anche dal fatto che la sceneggiatura è stata scritta a quattro mani da Christopher Markus e Stephen McFeely. Per chiudere questa riflessione, i due registi si sono trovati davanti a qualcosa più grande di loro, che sarebbe stato ostico anche per autori di caratura superiore, dato che la gestione di svariati intrecci, in un unico film conclusivo – non solo di una storia, ma di ventidue cinecomics – diventa vulnerabile verso ipotetiche e inevitabili falle.

Nonostante, come visto, un film di un blockbuster così famoso, nel suo capitolo finale possa portare con sé critiche e scetticismo, Endgame rispetta tutte le peculiarità che hanno caratterizzato i prodotti Marvel nelle sale: intensità, emozione, profonda sintonia fra i personaggi e il sontuoso cast – tra il quale spiccano le interpretazioni di Robert Downey Jr. e di Chris Hemsworth (quest’ultimo con un Thor diverso dal solito, sia esteticamente e sia caratterialmente) – commozione (anche se non sorprendente come in Infinity War), spropositati e imponenti effetti visivi e speciali.

Peculiarità che si mettono in risalto nella seconda metà del film, dopo una prima parte introduttiva fin troppo estesa, e che durante la visione poneva dei dubbi sulla durata totale delle tre ore, dopo che nelle news prima dell’uscita sul grande schermo avevano innalzato ancor di più l’entusiasmo e l’attesa dei fan, ma che, al bilancio finale, non sono del tutto giustificate.

Il concetto, oltremodo, su cui è basato non solo Endgame, ma tutti e quattro i capitoli degli Avengers, è l’amicizia. L’amicizia è la costante della narrazione, fa dividere e litigare i supereroi, li pone verso scelte sbagliate e impulsive, ma gli dà anche la caparbietà e la speranza di crearsi un’altra occasione, di non darsi per vinti, per cercare in tutti i modi di salvare gli altri (i loro amici), e vincere finalmente la guerra.

L’amicizia smuove tutto il plot del film Marvel, perché solitamente gli eroi sono persone sole, introverse, che si rinchiudono in una misteriosa solitudine. In Avengers invece, è il gruppo che fa la forza, è appunto l’amicizia, insieme alle rispettive doti personali, che fa superare tutti gli ostacoli e sconfiggere ogni nemico.

Che piaccia o no, la Marvel ha consolidato un genere di intrattenimento dal grande successo di critica e di pubblico – che sicuramente entusiasma poco i puristi del cinema classico e intellettualistico – e attraverso gli storici fumetti di Stan Lee ha trasportato al cinema – principalmente con Avengers – un affascinante mondo avventuroso, che lo inserisce tra le colonne portanti dell’immaginario moderno.

E dopo 11 anni, comincerà un nuovo percorso, un’altra fase, continuando con dei sequel le storie di supereroi già intraprese nella prima, e con altre nuove, con personaggi inediti. Tutto questo, con il controllo multinazionale (già in atto da tempo) della Disney, che con il lancio nei prossimi mesi della propria piattaforma on demand Disney+, amplierà le vicende di alcuni supereroi di casa Marvel anche con delle serie televisive, confermando che il processo cross-mediale sta diventando una forma di comunicazione preminente tra i principali media.

Endgame chiude un ciclo cruciale di tutti i cinecomics, dove un gruppo di potenti e stravaganti amici cercano di salvare la Terra da entità – che in questo caso non sono terrestri – le quali odiano profondamente il nostro pianeta, o almeno, provano invidia verso esso. Gli Avengers sono, come risaputo, i cavalieri della giustizia, della popolazione, ma anche dell’amore e dell’amicizia, perché quelle sono le armi più potenti, accendono la determinazione e la speranza, per abbattere le più inconsce paure e per compiere le imprese più inaspettate.


  • Diretto da: Anthony Russo, Joe Russo
  • Prodotto da: Kevin Feige
  • Scritto da: Christopher Markus, Stephen McFeely
  • Tratto da: "The Avengers" di Stan Lee, Jack Kirby
  • Protagonisti: Robert Downey Jr, Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Don Cheadle, Paul Rudd, Brie Larson, Karen Gillan, Danai Gurira, Bradley Cooper, Josh Brolin
  • Musiche di: Alan Silvestri
  • Fotografia di: Trent Opaloch
  • Montato da: Jeffrey Ford, Matthew Schmidt
  • Distribuito da: Walt Disney Studios Motion Pictures
  • Casa di Produzione: Marvel Studios
  • Data di uscita: 22/04/2019 (Los Angeles), 24/04/2019 (Italia), 26/04/2019 (USA)
  • Durata: 181 minuti
  • Paese: Stati Uniti
  • Lingua: Inglese
  • Budget: 356 milioni di dollari

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