Arti Performative

RezzaMastrella // Anelante

Renata Savo

Tra senso e follia, l’”anelante” spirito del teatro di RezzaMastrella in scena al Teatro Vascello di Roma

Un assemblaggio di legno e carta multicolore ad altezza d’uomo, la fantasia magnetica interrotta da aperture squadrate come finestre senza ante; a terra, zone di superficie bidimensionali, o quasi, e dalla forma asimmetrica: l’incontro tra funzionalità e decorativismo che evoca l’immagine di un palcoscenico praticabile, ma simile a un altorilievo. 

Nelle costruzioni sceniche di Flavia Mastrella – l’artista a tutto tondo che nel 1987 ha iniziato un sodalizio umano e artistico con Antonio Rezza fondando il binomio RezzaMastrella – la forma eccentrica sposa la razionalità del dispositivo. Ci troviamo di fronte a un “habitat” – come ama definirlo la stessa Mastrella – uno spazio che verrà agito e abitato per assecondare un gioco di attrazioni verbali e performative al limite del circense, dove il corpo e le modulazioni vocali di Antonio Rezza costituiscono già di per sé una maschera di sensualità animalesca, il centro di questo grande magnete visivo. Del corpo, la scena è prolungamento: dà la misura del reale, del quantificabile e del comunicabile.

E proprio i numeri, la matematica e la geometria s’incastrano tra le maglie verbali di Anelante, per un delirante inizio tra frasi elevate a potenza e radici quadrate che perdono valore scientifico acquistando un fascino onirico.

Nel teatro di RezzaMastrella non c’è limite all’immaginazione: tra numeri e parole, insieme ad altri quattro attori, Antonio Rezza ne amplifica il potere e la potenza. Mani e piedi sono elementi plastici che donano un corpo alle parole. Parole che suonano come una filastrocca che narra di G8 e G20, di rappresentanti politici assenti, ridotti a feticci scenici ed entità numerabili.

La scrittura procede per evocazioni e blocchi. Mai completamente cerebrale o sensuale. La tentazione di tornare indietro, riprendere quella parola, un concetto, è sempre dietro l’angolo; un espediente drammaturgico che fa esplodere la risata tra gli spettatori, sempre numerosi agli spettacoli di RezzaMastrella.

Rezza potrebbe essere l’Orlando ariostesco che vaga da una meta all’altra inseguendo un suo desiderio, ma è sulla Luna che potrà cercare il suo senno. Così, i grandi della Terra diventano riconoscibili per i loro eccessi, inammissibili entro i confini di un mondo fondato sull’ordine, costretti a fuggire da una città all’altra del pianeta, chiamando in causa possibili spiegazioni dagli effetti comici per temi di indubbio spessore, come l’esistenza di Dio (contraltare del cosiddetto “fattore C”) o la psicanalisi freudiana.

Anelante, forse, è lo spirito di questa scrittura – anche scenica – protesa tra senso e follia. “Anelante” è il participio presente dall’anima esotica e dal suono desueto. Il paradigma di un teatro artigianale e “arcaico” nell’utilizzo dei suoi mezzi, ma “presente” nel suo espletamento, lirico nelle sue manifestazioni verbali. 


Dettagli

  • Titolo originale: Anelante

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