Arti Performative

Konstantin Bogomolov // Delitto e castigo

Pietro Perelli

Nuova produzione ERT, il capolavoro della letteratura russa, sotto la lente di Konstantin Bogomolov, è uno spettacolo dichiaratamente provocatorio senza esserlo fino in fondo

Si entra in sala e il sipario è aperto, in scena è riprodotto un salotto anni sessanta, quattro televisori a schermo piatto sullo sfondo creano contrasto, un vero e proprio cortocircuito, e sembrano citare l’invadenza dello schermo nelle case contenuta all’interno di quel romanzo-profezia che fu 1984 di Orwell. Un brano musicale dai beat accentuati riempie lo spazio precedendo l’ingresso di alcuni attori: è Life is Fantastic degli Army of Lovers, gruppo Eurodance svedese attivo dal 1987. «Life is fantastic / The beauty and sorrow / Death is too drastic / I cant say goodbye…».

Si resta frastornati e affascinati seguendo la scena, concentrati nel tentativo di capirne la sinossi, che dovrebbe essere un organismo autonomo rispetto alla sua fonte letteraria, e tenere quindi conto di spettatori non istruiti sull’intreccio. Parte degli attori, tra cui il protagonista Rodion Romanovič Raskol’nikov (Leonardo Lidi), è truccato per diventare nero; lui, migrato nella bianca San Pietroburgo per studiare, commette dopo poco gli omicidi di Alëna Ivanovna e Lizaveta (interpretate dai bivalenti Diana Höbel e Enzo Vetrano che vestono anche i panni di Sonya Marmeladova e Marmeladov) attorno ai quali ruotano gli avvenimenti narrati nel libro. Un’alternanza di monologhi e dialoghi racconta le vicende e le riflessioni di Dostoevskij; scelta qui collegata al problema, centrale nella visione del regista Konstantin Bogomolov, scelto da Emilia Romagna Teatro per dirigere un gruppo di attori italiani nell’ambito delle celebrazioni dei suoi quarant’anni di attività, che la difficoltà di trattare la materia letteraria composta in tempi che non corrispondono ai nostri non risiede tanto nell’attualizzare il tema trattato quanto nel trasferire sul palcoscenico la sua inattualità. Ciò viene fatto fare al protagonista, che si interroga cercando di capire se sia giusto o sbagliato uccidere “una vecchia strozzina”, ma non lo fa con profondità, lo fa con la superficialità che accompagna battute potenzialmente profonde allo stile recitativo, scialbo e poco empatico, tipico della società in cui viviamo e dei media da cui siamo bombardati. La madre (Anna Amadori) e la sorella (Margherita Laterza), anch’esse truccate da negre, ballano, cantano, fanno shopping nonostante le difficoltà economiche familiari, sembrano non rendersi conto dello sperpero di risorse che il figlio ha rubato all’anziana vittima. Degne di nota le grandi interpretazioni di Paolo Musio, l’arguto Porfiriy Petrovich, Renata Pamiello nei panni del mellifluo Svidrigailov e Marco Cacciola, rumorista tuttofare che veste anche i panni di Nikolka.

La messa in scena è irriverente, politicamente scorretta, senza però andare fino in fondo, sembra che il regista abbia voluto fermarsi un attimo prima dell’apice inserendo un monologo che, apparentemente, rinvia a una condizione di “autocensura”. Omosessualità, migrazioni, omicidi, disabilità, bigottismo sono alcuni dei temi trattati cercando di provocare e infastidire il pubblico che, a differenza di altri spettacoli, non è solo nell’oscurità della sala ma in compagnia di una luce soffusa che lo costringe a mostrare il suo sdegno con smorfie di disapprovazione.

Dall’apparizione di un manichino crocifisso ai richiami alla fellatio, ai bianchi protagonisti colorati di nero, alla Nutella, sono queste le (non) provocazioni di Bogomolov con le quali dipinge una società consumista, priva di valori ma convinta di averne, che esce da teatro perché incapace di guardare allo specchio quegli stessi eccessi che appartengono alla sua quotidianità.


Dettagli

  • Titolo originale: Delitto e castigo
  • Regia: Konstantin Bogomolov
  • Anno di Uscita: 2017
  • Costumi: Larisa Lomakina
  • Produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione
  • Cast: Raskol'nikov/Leonardo Lidi --- Porfiriy Petrovich/Paolo Musio --- Svidrigailov/Renata Palminiello --- Alena Ivanovna, Sonya Marmeladova/Diana Höbel --- Lizaveta, Marmeladov/Enzo Vetrano --- Dunya Raskolnikova/Margherita Laterza --- Pulheria Raskolnikova/Anna Amadori --- Nikolka/Marco Cacciola
  • Altro: scene costruite nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione


Altro

  • Testo: Fëdor Dostoevskij
  • Adattamento: Konstantin Bogomolov
  • Traduzione: Emanuela Guercetti (Giulio Einaudi Editore)
  • Scene: Larisa Lomakina
  • Luci: Tommaso Checcucci
  • Assistente alla Drammaturgia: Yana Arkova
  • Assistenti alla Regia: Teodoro Bonci del Bene, Mila Vanzini
  • Direttore Tecnico: Robert John Resteghini
  • Direttore di Scena: Gioacchino Gramolini
  • Capo Macchinista: Lorenzo Martinelli
  • Capo Elettricista: Fabio Bozzetta
  • Fonico: Alberto Irrera
  • Sarta: Pierangela Rotolo
  • Capo Costruttore: Gioacchino Gramolini
  • Costruttori: Sergio Puzzo, Marco Fieni, Riccardo Betti
  • Decoratori: Elena Giampaoli, Lucia Bramati
  • Visto il: Giovedì, 25 Maggio 2017
  • Visto al: Teatro Arena del Sole, Bologna

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